ROMA – L’associazione Natitaliani ha consegnato alla Camera dei Deputati oltre 112.000 firme raccolte contro il Decreto Legge 36/2025 sulla cittadinanza. Un provvedimento che – secondo la nota dell’associazione – presenta aspetti di retroattività e di incostituzionalità e rischia di interrompere “i ponti con milioni di italiani all’estero”. Durante la conferenza stampa alla Camera, che è stata moderata dal giornalista Gianni Lattanzio, diversi parlamentari hanno espresso il loro dissenso sulla riforma. Il deputato del Pd Toni Ricciardi, eletto nella ripartizione Europa ha ricordato come lo ius sanguinis non sia una concessione ma un diritto acquisito per nascita. Il deputato ha poi segnalato come questo provvedimento inciderà negativamente anche sui nostri connazionali in Europa, con il rischio che vi possano essere “fratelli nati a pochi mesi di distanza, uno italiano, l’altro no”. Dal canto suo il senatore Mario Borghese (Maie), eletto nella ripartizione America Meridionale , ha parlato di un decreto che genera “incertezza tra milioni di italo-discendenti che dal giorno alla notte si sono visti tagliare diritti fondamentali. Faremo di tutto e saremo compatti, al di là delle appartenenze politiche, – ha aggiunto Borghese – per contrastare questo decreto”. Per il senatore serve inoltre un dibattito serio sulla materia. E’ poi intervenuto il deputato del Pd Fabio Porta, eletto nella ripartizione America meridionale, che ha rilevato come questo decreto sia “sbagliato nel merito e nel metodo”. Il deputato ha anche sottolineato l’importanza dei discendenti italiani all’estero per fronteggiare, insieme ad altre politiche, il problema dell’inverno demografico nei piccoli borghi dell’Italia . Porta ha inoltre criticato alcune modifiche apportate al decreto presso la I Commissione del Senato, sottolineando che alla Camera si continuerà a fare opposizione all’approvazione del decreto. Da segnalare anche l’intervento di Luciano Vecchi (Pd Mondo) che ha sottolineato come non si possa stabilire per decreto chi debba essere escluso dalla cittadinanza. Per Vecchi bisogna far capire alla politica italiana e all’establishment che sono in ballo valori centrali della Repubblica e diritti fondamentali delle persone. Per il Presidente di Natitaliani Daniel Taddone il decreto sulla cittadinanza ha creato un clima di preoccupazione ed incertezza fra i nostri connazionali .Taddone ha anche evidenziato come gli italiani all’estero non possano essere considerati alla stregua di un problema o come una parte non integrante della nazione. Al contrario essi rappresentano una risorsa. La Vice Presidente di Natitaliani Claudia Antonini ha invece rilevato come in un’Italia colpita dall’inverno demografico non si possa rinunciare al capitale umano rappresentato dai tanti milioni di italiani nel mondo. Flavia Di Pilla, del direttivo di Natitaliani ha ricordato che gli italo-discendenti sono ambasciatori naturali del soft power italiano. Per Di Pilla rinunciarvi significherebbe indebolire la proiezione culturale e l’influenza dell’Italia a livello globale.
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