Una spudoratezza mai vista, parlano di risultati e di successi, eppure hanno fatto più danni in sei mesi che Mario Monti in due anni. 

Qui non si tratta di pregiudizio, di partito preso, di sparare a zero, si tratta solamente di analizzare il vero punto.

Monti, scodellò la vergogna della legge Fornero, e la coppia penta-leghista, anziché abolirla l’ha peggiorata.

Quota 100 infatti, oltreché un imbroglio mediatico, sarà una ingiustizia sociale, che aumenterà i costi e le divaricazioni di categoria. 

Monti ripristinò l’Ici, chiamandola Imu, ed oggi, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, nella Finanziaria ne autorizzano l’aumento libero, a volontà dei sindaci.

Sarà una bastonata da nord a sud. Il senatore a vita, salvatore della Patria, incrementò i poteri vessatori del fisco e delle entrate. Bene.

Il governo Conte, anziché ristabilire i diritti del contribuente, ha deliberato lo spionaggio fiscale più brutale.

Per non parlare del fatto che il bocconiano, amato da Giorgio Napolitano, aumentò le tasse fino alla spremitura.

Di Maio e Salvini hanno fatto peggio, nel 2019, grazie alla legge di Stabilità, la pressione salirà di mezzo punto, almeno.

Sulle banche poi vedremo, l’esperienza Monti che sembrava il peggio, potrebbe essere superata dalla vicenda Carige, intorno alla quale c’è puzza di bruciato eccome, ecco perché, mai dire mai.

E poi che dire della fattura elettronica, che non solo non servirà alla lotta all’evasione, ma esaspererà costi e rabbia degli imprenditori? Insomma, si doveva bloccare, piuttosto che avallare come ha fatto Giuseppe Conte.

Dulcis in fundo, le clausole Iva, altra genialità di Monti, bene anzi male, piuttosto che sterilizzarle una volta per tutte, Di Maio e Salvini sono riusciti a raddoppiarle. Siamo passati da 12 miliardi a 23 nel prossimo biennio, una follia per il futuro di tutti.

E poi le iniziative bloccate per via delle liti fra i galletti.

Parliamo di Tav, Tax, termovalorizzatori, infrastrutture.

Insomma, una roba mai vista prima d’ora, che blocca il Paese, la crescita e la ripresa, specialmente al sud.

Per farla breve hanno superato Monti e Renzi messi assieme.

In fondo, gli 80 euro, per quanto inutili e clientelari, miravano ai consumi e non avevano bisogno di un esercito di controllori, come per il reddito grillino.

Gli 80 euro non favorivano il nero e la “nullafacenza”, incredibile ma vero.

Ecco perché diciamo più danni per tutti, altroché cambiamento, altroché sbrasate sui risultati, qui siamo al governo dei guai, che pagheremmo per anni a partire da subito.

Qualcuno ci convinca del contrario se ci riesce, magari numeri alla mano.

Resta la speranza, anzi l’augurio che fra i due arrivi la lite finale, per spazzare via questa esperienza infelice e rischiosa, alla quale ci hanno obbligati ingiustamente. Resta infine la certezza, che mal che vada, a maggio ci faremo sentire, eccome.