È già tutto deciso. Un pezzo, piccolo, ma significativo della storia motoristica di Modena e dell'Italia se ne va per sempre. La De Tomaso infatti ha annunciato che dal 2021, insomma qualche mese ancora di attesa, la sede della casa automobilistica con annessa ricerca, sviluppo e produzione, dalla Motor Valley italiana finirà nella grande città delle auto statunitense: Detroit ovviamente. È stato il CEO Ryan Berris a sintetizzare il futuro De Tomaso: "Stiamo trattando per un edificio di almeno 4.500 metri quadrati nell'area di Detroit". Sebbene attualmente la De Tomaso non produca auto, l'anno scorso ha presentato la concept P72, una supercar da un milione di dollari che avrà un motore Ford V8 da 5.000 cc. "Ma non vogliamo posizionare il nostro marchio in base alle prestazioni - ha aggiunto Berris - saranno sufficienti, saranno quelle di cui c'è bisogno. Noi i nostri modelli preferiamo chiamarli vere opere d'arte. Quello che abbiamo nel cuore è portare avanti lo spirito con cui ci siamo innamorati delle auto". Per farlo l'Italia era troppo stretta, meglio gli Stati Uniti per provare a far rinascere un marchio che ha avuto momenti di grande splendore. Chi è appassionato delle quattro ruote non può dimenticare la Mangusta nel 1966 e soprattutto la Pantera, arrivata qualche anno dopo nel 1971, il modello che ebbe il maggior successo. Ma soprattutto non ci si può dimenticare di un uomo geniale, Alejandro De Tomaso, l'artefice di un piccolo grande miracolo partito dall'Italia, arrivato in Argentina e poi tornato al Paese d'origine. Era infatti nato a Napoli il nonno per poi emigrare in Sudamerica, mentre il padre Antonio De Tomaso fu ministro dell'agricoltura in Argentina negli anni Trenta. La madre invece apparteneva a una delle famiglie più facoltose del Paese sudamericano, discendente del Vicerè spagnolo Pedro de Cevallos, e soprattutto ricchi possidenti terrieri. Alejandro fu compagno di scuola del Che Guevara, una amicizia che poi ebbe un ruolo importante nella liberazione di Manuel Fangio, sequestrato nel 1958 alla vigilia del Gran Premio de Cuba dal Movimento Guerrillero 26 de Julio comandato da Fidel Castro. De Tomaso nel suo Paese iniziò la carriera di pilota d'auto da corsa, che poi divenne la grande passione unita alla politica che lo portò a contrastare Juan Domingo Peron: fu anche arrestato e una volta che furono scoperti i suoi piani per rovesciare il presidente, fuggì in Uruguay, con alcune valigie piene di denaro, pilotando il proprio aereo. Da Montevideo nel 1954 se ne andò poi in Italia per riprendere la propria corsa, in auto e nel 1957 riuscì ad esordire anche in Formula 1. Poi nel 1959 aprì a Modena la sua officina per sviluppare monoposto per la Formula 2, quindi, successivamente, tentò l'avventura in Formula 1 con Giampaolo Dallara nel ruolo di direttore tecnico. Fu un fallimento, funestato dalla tragica morte del pilota Piers Courage, che però non lo fermò: da quel momento la sua creatività la spostò dai modelli da corsa alle automobili di serie. Anche uno dei grandi del mondo dell'auto, a livello mondiale, Lee Iacocca gli chiese di intervenire per la creazione di un modello storico e ancora oggi tra i più venduti, la Ford Mustang. Spyder, Vallelunga poi Mangusta fino alla più famosa Pantera furono invece le creature di De Tomaso, uscite dalla fabbrica di Modena. Una attività imprenditoriale che lo portò ad acquistare le carrozzerie Ghia e Vignale, quindi Guzzi, Benelli, Innocenti e Maserati. Un impero che si dissolse negli anni Novanta. Nel 1993, a 65 anni, fu colpito da un ictus per poi morire dieci anni dopo, nel 2003 a Modena. Geniale fu definito 'un vulcano' per le sue idee e perchè non si fermava mai un momento: progettò, con decenni di anticipo rispetto a tutti gli altri, anche un'auto elettrica, Rowan, che però non fu mai prodotta. Vendette la sua azienda alla Ford, rilevò poi nuovamente il marchio per lanciare la Guarà, l'ultima creatura. Poi il suo brand ha affrontato tante vicissitudini, più volte in liquidazione dal 2000 fino a quando non è stato rilevato da Ideal Team Venture (ITV) che ha la sede operativa a Hong Kong. E se Modena è la capitale dei motori, un po' lo si deve ad Alejandro De Tomaso, anche se l'addio era in qualche modo stato sancito qualche mese fa, lo scorso agosto, quando le ruspe hanno demolito quello che restava dello stabilimento di via Virgilio. Capannoni diventati ormai fatiscenti che però custodivano ancora i resti di una avventura fantastica: al loro posto sorgerà un centro commerciale.

SANDRA ECHENIQUE