di Stefano Casini
Era un giorno di pioggia nel 2011 quando una signora che non conoscevo e neanche ricordo il nome, mi disse: "Gentile Sr. Casini, da domani, il suo contratto con la RAI è stato sospeso."... Finiva la Rai in America Latina, senza una ragione, senza un perché, nell'indifferenza piú totale.....

Eppure negli anni 60 e 70 milioni di latinoamericani, discendenti di italiani e "indios" guardavano Studio 1 e Canzonissima, la RAI Radiotelevisione Italiana, aveva ottenuto un successo incredibile. Nel giro di 20 anni la Sede RAI Para las Américas, sita in pieno centro di Montevideo, la capitale dell'Uruguay, acquisita nel 1965 su richiesta del Consiglio di Amministrazione e scelta da mio padre e primo Direttore della Sede, Luigi Casini, divenne la più importante sede a livello continentale di tutti i network dell'epoca (DW,BBC,TVE ecc).

Dal 1965 al 1995 la RAI si dedicó alla distribuzione di centinaia di programmi radio-televisivi di altissima qualità realizzati dalla DE (Direzione Estero). Erano tempi d'oro durante i quali, venivano, almeno una volta all'anno, alti dirigenti RAI in America Latina a trovarsi con le massime autorità (Presidenti e Ministri) di tutto il continente. Anni d'oro in tutti i sensi. La RAI aveva un nome fortissimo e batteva le altre grandi RadioTV pubbliche del mondo con una vera e propria invasione culturale. Tutti i giorni si trasmetteva un Giornale Radio di 4 minuti in orario centrale su 150 emittenti radio di tutta l'America Latina in Italiano, Spagnolo e Portoghese. Altre 140 emittenti televisive mettevano in onda quotidianamente programmi della DE, storie, il nostro turismo, i nostri big recitando, senza considerare che, prima degli anni 70, si organizzarono a Montevideo e Punta del Este Festival RAI con presenze di spicco come Luigi Tenco o Ornella Vanoni.

La fondazione di RAI International (dal 2007 RAI Italia) coincide con una caduta libera della nostra Radiotelevisione pubblica. Un vero e proprio peccato, dato che, anche questa tranche internazionale della RAI ha avuto Direttori veramente di grande livello, ma soprattutto, preoccupati e immedesimati nel proprio lavoro. Ricordo con un nodo in gola Roberto Morrione che ha persino autorizzato, dopo alcuni mesi di insistenza, un programma settimanale fatto in Spagnolo e Portoghese (Italiani-Italianos) che facevamo nella sede RAI con un palinsesto specifico che ci permetteva di realizzare storie di italiani all'estero, interviste con governatori e ministri e non soltanto.

Dal 1990, quando un ex Direttore mi fece una proposta giornalistica di fare pezzi per i GR italiani, la mia vita è cambiata. Da un pezzo a settimana, nel giro di 3 mesi, già facevo 50 pezzi al mese per gli allora GR1, GR2 e GR3, prima che si passasse nel 1994 alle reti unificate. Già nel 1993 i primi pezzi televisivi, come, nel 1994, la strage a Buenos Aires per l'attentato dell'AMIA e gli speciali del GR di 15 minuti con interviste che feci, fra l'altro, a Maradona, Pelé, Fidel Castro, García Márquez o Juan Manuel Fangio. In quell'epoca la RAI aveva una forza straordinaria e finalmente, nel 1995 giunse RAI International. Anche per me cambió tutto! Praticamente volavo una volta a settimana in qualche paese, soprattutto Argentina e Brasile, dove risiedono le nostre comunità più importanti, ma anche in Venezuela, Cile, Colombia, Perú, Ecuador o Paraguay. Intervistavo imprenditori italiani di spicco, ma anche altissime autorità di ogni paese, vari Presidenti della Repubblica, Ministri, che raccontavano sui rapporti con il nostro paese e sugli interscambi commerciali, grandi figure sportive, culturali, sociali, politiche o religiose. Ricordo che mi chiamavano sempre per organizzare tutti i viaggi in America Latina dei Presidenti della Repubblica, del Consiglio e del Papa Giovanni Paolo II che ho seguito in tutti i paesi che ha visitato. L'attuale Francesco lo intervistai nel 1995 quando era Cardinale di Buenos Aires. Anche la mia popolarità, mi permise di diventare Presidente della APEU (Asociación Periodistas Extranjeros en Uruguay), con rappresentanti di tutte le agenzie stampa del mondo, vari giornali, radio e TV di vari paesi.

Poi, dal 2008 al 2011......la debacle. Per la RadioTV pubblica, non so se per via della crisi, decisioni sbagliate o che altro, gli italiani all'estero, per la RAI sono scomparsi. Chiuse le sedi RAI di New York con una sessantina di impiegati, quella di Montevideo con una ventina di impiegati e chiuse tutte le sedi di corrispondenti. Un black out totale! Persino i Giornali Radio per 140 emittenti radio che costavano alla RAI circa 20.000 Euro all'anno. Insomma, come abbiamo detto qualche settimana fa.....dalle Stelle alle Stalle. La bellissima sede RAI acquisita nel 1965 completamente abbandonata e persa. Non si pagarono più le spese condominiali fino a che andó all'asta e oggi, come si vede nelle foto, è una specie di fantasma italiano in pieno centro di Montevideo.

Sicuramente non potró mai dimenticare quel giorno del 2012 quando mi dissero che, dopo essere entrato in RAI nel 1989, cosí, da un giorno all'altro ero fuori ,

Una vera e propria pena, qualcosa che nessuno potrebbe credere, dopo che la RAI è stato il più importante Network straniero dell'America Latina.