di Alessandro Camilli

Come la calunnia, spargi e spargi qualcosa resta e si deposita. Più in grande della calunnia, perché questa lavora sulle forti pulsioni umane della curiosità, invidia e malignità, invece quel che sparge il no vax lavora su pulsione umana ancora più forte: la paura. E il circo horror itinerante dei no vax gira e gira, grida e grida, paura sparge e paura si deposita. Qui e ora il troppo microfono e video dato ai no vax sta depositando paura sulla terza dose di vaccino.

Il richiamo, divenuto booster - Una incalcolabile responsabilità nel seminare paura, a sua stessa insaputa e inconsapevolezza, ce l’ha il sistema della comunicazione. Inadeguato quanto a competenze minime, irresponsabile in una sbornia perenne di auto referenzialità. Un piccolo esempio, piccolo in quantità ma per nulla piccolo in qualità: il richiamo per i vaccini è pratica non solo nota ma abituale.

Nella reale vita di ciascuno, fin dalla prima infanzia, ci sono stati i vaccini e i relativi richiami. Ma nella sua bulimia di messaggi “forti”, nella sua tossicodipendenza di ignoranza informata, nella sua in qualche misura oscena incontinenza dello “stupire”, il richiamo vaccinale viene chiamato booster. E allora che differenza fa una parola o un’altra? Fa la differenza di presentare qualcosa di ovvio e conosciuto come invece qualcosa di eccezionale e nuovo. Così la terza dose appare a molti non come l’ovvio completamento del già fatto ma una misura d’emergenza o quasi perché il già fatto non basta. 

L’avvoltoio no vax - Su questo disorientamento informato cala l’avvoltoio della propaganda no vax. I sabato no vax, il circo itinerante con tutte le maschere dell’horror. Ormai fanno parte del panorama sociale come una struttura consolidata del paesaggio. Ma non sono una collina o un fiume, sono una frana e una inondazione. Il circo horror itinerante no vax è una calamità sociale e come tale andrebbe trattato. Quando una frana vien giù e blocca, ferisce, uccide, non si chiede in tv al rappresentante dei massi il perché e il per come hanno deciso di franare. C’è troppo no vax in tv, sui giornali, nel discutere, nelle piazze e nelle strade d’Italia. Come uno smog sociale, come una calunnia, come un’ acufene incivile nelle orecchie della società il brusio no vax si spande, deposita, permane. E impatta sulla terza dose, spaventa la gente.