di Franco Esposito

Lorenzino appoggiava entusiasta la mano sul petto, quando buttava dentro la palla. Lorenzino mostrava il lembo della maglia azzurra, il gesto evidenziato anch'esso all'altezza del cuore. E correva verso la curva incontro all'abbraccio dei fan. Lorenzino faceva l'inchino ai tifosi, che voleva essere una riverenza verso la città e un popolo. Lorenzino queste cose non le farà più, dal prossimo giugno. Se non addirittura prima. Lorenzo Insigne lascerà Napoli e il Napoli. Volerà in Canada, a Toronto. Cinque anni di contratto, 9 milioni e mezzo di euro a stagione, al netto delle tasse. Andrà a guadagnare qualcosa come cinquanta milioni, un gran bel prendere, a trent'anni. 

Direte, ma che campionato è la MLS, la maggiore lega statunitense, di cui Toronto fa parte? Un torneo per meravigliosi pensionati del calcio, certo; niente di che, da quelle parti, in Canada, e a Toronto in particolare, tirano molto molto molto di più basket e hockey ghiaccio. A Toronto ci hanno giocato Roberto Bettega, una stagione e via, e Sebastian Giovinco per lunga pezza. E a pallacanestro Enzino Esposito, casertano. 

Farà il ricco pensionato Lorenzino Insigne, di Frattamaggiore, alle porte di Napoli, moglie e due figli, tre fratelli calciatori anche loro. Sparirà dalla scena del calcio, quella vera, ci rimetterà anche il posto in nazionale, con cui ha giocato 53 partite, ne è stato brevemente anche il capitano, e detiene con il favoloso gruppo Mancini il titolo di campione europeo?

Ma sì, rischia di perdere tutto, ma chi se ne frega, starà pensando lui. I conti in tasca se li è fatti bene; Aurelio De Laurentiis non è andato, come proposta di rinnovo, oltre un biennale a 4,5 milioni l'anno. Meno della metà di quello che Lorenzino guadagnerà a Toronto, città con molti abitanti italiani, in uno stadio in grado di accogliere 30.999 spettatori, mai però esaurito quando è in programma la partita di pallone. Il Toronto è della Maple Leaf Sport, che detiene anche la maggioranza azionaria dei Raptors di basket, ed è proprietaria  di due importanti canali tv. A Toronto è stato di passaggio anche Julio Cesar, già portiere interista del Triplete all'epoca di Mourinho.

Da quelle parti, i soldi non sono mai un problema, e Lorenzino saprà guadagnarseli col suo talento infinito di vero gioiello del calcio, magister nel dribbling, virtuoso con quel tiro personalissimo e micidiale. Il tiro a giro. Ottantanove volte a segno con la maglia del Napoli in 319 partite ufficiali. Il debutto in serie A sotto Walter Mazzarri allenatore, stagione 2009-2010. Fondamentale l'esperienza vissuta con Zeman allenatore, il prestito a Foggia e quello a Pescara, con Ciro Immobile e Verratti compagni d'arma. Non fu una semplice promozione in serie A per la squadra abruzzese: una cavalcata trionfale.   

Andrà via a costo zero, non ci sarà alcun risarcimento per il club che non si è accordato con lui sul rinnovo del contratto in scadenza il prossimo 30 giugno. Sei mesi ancora poi l'addio: nessuno oggi è in grado di dire se ci saranno abbracci e strette di mano. Il calcio, si sa, è volubile, i calciatori di più, e sui tifosi è meglio non soffermarsi. Facili come sono a passare da grandi innamoramenti a odi profondi. 

Lorenzino non si accaserà in Italia, non ha cercato una nuova casa neppure in Europa. Il Barcellona ne avrebbe acquisito con gioia il cartellino e le prestazioni. Ma l'una e l'altra cosa non sono praticabili al momento per il glorioso mitico club catalano, in grave disagio economico. Neanche in Inghilterra, al Manchester United, che pure gli ha fatto il filo.

A Napoli gli è mancato finora lo scudetto. L'ha sfiorato un paio di volte, dovendosi accontentare della coppa Italia e della Supercoppa Italiana. Amato da Sarri, incompreso da Ancelotti, mai in amore con Gattuso, sembrava trovarsi a meraviglia con Spalletti. 

Ma affinchè l'amore potesse funzionare in maniera duratura non avrebbe dovuto esserci la storia del contratto. Comunque ingombrante, antipatica, disagevole per entrambe le parti impegnate in una discussione fatta soprattutto di silenzi e messaggi cifrati. Ma presto si è capito che l'accordo non ci sarebbe stato, in mezzi ai mugugni dei tifosi, a rinvii, ambiguità, e allo scetticismo del popolo quello ragionante. Indicativi e pienamente illuminanti i risultati dell'ultimo periodo: Lorenzino infortunato ha giocato poco e mai bene bene. Il tiro a giro si è visto sempre meno. 

Ma ora, cosa vedremo e sentiremo, da inizio anno a giugno? Lorenzino dice di aver scelto la nuova casa molto lontano da Napoli, all'altro capo appunto del mondo, per non arrecare dispiacere ai napoletani. Ma a questo punto della fiera la domanda è: cosa potrà dare Lorenzo Insigne al Napoli da gennaio a giugno? Una partita lunga sei mesi: c'è ancora spazio per rivedere e ammirare quel tiro a giro, quei dribbling, e gli assist? Qualche dubbio ce l'ho anch'io, felicissimo di essere smentito. 

E per favore, che nessuno mi parli di Lorenzino che se ne va lontano con la funzione di ambasciatore del calcio italiano. I soldi, certo, non sono tutto nella vita. Ma quando sono tanti è escluso che possa esserci un minimo di poesia. 

Buona fortuna, Lorenzino.