Il green pass (foto depositphotos)

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato la nuova ordinanza che prevede che, a partire dal primo marzo, per gli arrivi da tutti i Paesi extra europei le stesse regole già vigenti per i Paesi europei. Per l'ingresso sul territorio nazionale sarà sufficiente una delle condizioni del Green pass: certificato di vaccinazione, certificato di guarigione o test negativo. Dunque, un passo avanti verso la riapertura del Paese e verso una nuova normalità post Covid.

Anche se l'emergenza sanitaria non è finita il governo ha deciso di semplificare ulteriormente gli arrivi dall'estero, e di sostenere così il settore turistico. “Lo stop alla quarantena interessa ben 35 milioni di viaggiatori extracomunitari che durante l'anno prima della pandemia sono venuti in Italia". A sottolinearlo, in una nota, è la Coldiretti in riferimento all'ordinanza firmata dal ministro per i turisti provvisti di Green Pass provenienti dai Paesi extra europei. “Si tratta di una boccata di ossigeno per il turismo - prosegue la nota - che ha registrato un crack di oltre 10 miliardi di euro nel 2021 rispetto a prima della pandemia, con la mancanza di viaggiatori stranieri che è stato uno degli elementi di maggiore criticità”.

Intanto ieri l’Aopi (Associazione degli ospedali pediatrici italiani) ha comunicato che negli ultimi sette giorni, per la prima volta da settimane, si assiste ad una netta discesa dei ricoveri per Covid di bambini e ragazzi da zero a 18 anni negli ospedali pediatrici italiani, pari a meno 30%. Nella settimana fino al 21 febbraio sono stati ospedalizzati in 122 contro i 172 della scorsa settimana, di cui 119 in area medica e 3 in terapia intensiva. Di questi, 73 sono bambini da zero a quattro anni e 49 da 5 a 18 anni. Nella fascia d'età tra i 5 e i 18 anni il 69% è costituito da non vaccinati.

Sempre secondo l’Aopi l’esperienza dei malati Covid-19, sia che si consideri la fase acuta sia che si tenga conto delle possibili conseguenze a lungo termine, si rivela, nella maggioranza dei casi, molto impegnativa. Circa il 66% di chi lo ha avuto ammette, infatti, che il percorso di uscita è stato “molto o abbastanza lungo” e il 63% che si è trattato di un'esperienza “molto o abbastanza pesante”. Inoltre, il 56% manifesta sintomi da “long Covid”, di cui il 19% di tipo serio. Dall’indagine, basata su interviste a un campione rappresentativo della popolazione, emerge anche come, anche coloro che hanno avuto la fortuna di essere stati colpiti in maniera leggera dal Sars-Cov-2, si sono tuttavia trascinati delle conseguenze che si sono rivelate «molto o abbastanza lunghe» nel 27,6% dei casi.