di Maurizio Guaitoli

Il dilemma draghiano non sta nel binomio “Pace o aria condizionata”. Ma tra due opposte, tragiche realtà: Monaco del 1938 o Montecassino del 1944. Nel primo caso, con un atto ignobile di sottomissione al tiranno, Regno Unito e Francia consentirono a Adolf Hitler di annettersi vasti territori della Cecoslovacchia, fatto che Winston Churchill stigmatizzò con una drammatica sentenza estremamente attuale: “Potevate scegliere tra il disonore e la guerra. Avete scelto il disonore e avrete la guerra!”. Nel secondo, invece, gli angloamericani sacrificarono intere divisioni di uomini, tra Anzio e Cassino, per liberare l’Italia dai nazisti, paracadutando tonnellate di armi ai partigiani che non vinsero un bel nulla, dato che storicamente furono gli Alleati con le loro armate a costringere i tedeschi alla ritirata.

Ora, la domanda corretta da porsi è “esattamente” quella del 1944, ovvero: “Se oggi noi fossimo l’Ucraina e i partigiani fossero le milizie ucraine che si battono per rimandare indietro l’invasore russo da dove è venuto, noi che cosa ci aspetteremmo dalle democrazie con noi alleate idealmente anche se non militarmente? Che ci soccorrano in nome dei comuni ideali di libertà, pagando qualche prezzo per rinunciare alle loro commodities, oppure che ci abbandonino all’arbitrio e alle violenze dell’invasore, sapendo che oggi tocca a noi ma domani, come Monaco insegna, potrà toccare a loro, dato che per i dittatori l’appetito vien mangiando?”. L’unica trattativa seria, dal nostro punto di vista di “invasi”, sarebbe quindi il ritiro tout court dell’armata russa!

Perché Vladimir Putin, Xi Jinping, Ali Khamenei e Nicolás Maduro e una pletora di autocrati dello stesso segno e crudeltà sono così tanto più temibili di noi, che apparteniamo alla crassa (da Crasso, il grande oligarca latino della Roma imperiale) Europa, tutta pancia e niente fegato? A noi non ci teme nessuno, dato che non sappiamo fare altro, da bravi nani politici ma autentici Golia economici, all’infuori di trincerarci dietro l’unico Dio in cui crediamo, il Denaro, per piegare quegli stessi despoti costringendoli al default dei loro Stati in maggioranza già falliti, malgrado abbondino di ricchezze del suolo e del sottosuolo. Eppure, nonostante che da decenni sanzioniamo Teheran, Caracas, Mosca, Damasco, Tripoli, come mai non li abbiamo costretti alla resa? Perché la geopolitica è sempre “incinta” di soluzioni opportunistiche, per cui ad esempio Russia e Iran si industriano a comprare/rivendere il petrolio di Maduro, in cambio di preziosi servizi, tra cui la vendita di armi e aiuti a Caracas in manodopera, con l’invio di consulenti militari e il supporto di intelligence, in funzione antiamericana e antioccidentale.

Per non parlare delle sponde di ogni tipo, a favore della Russia di Putin, assicurate agli stessi fini antioccidentali e geostrategici, da parte della Cina di Xi Jinping. Per di più, diversamente dalle Autocrazie, noi abbiano creato un mondo di carta velina fatto esclusivamente di parole, con cui colmiamo di miliardi di discorsi vuoti le chat dei social, le dichiarazioni della politica, le tonnellate di documenti sui diritti umani che fanno la felicità della caste intellettuali Politically correct. Noi amiamo parlare all’infinito di “Diritti”, senza mai associare a questi ultimi le sanzioni, cioè la forza effettiva dello Stato a farli rispettare.

Ecco: siamo alla “Finis Europae” (soprattutto se Emmanuel Macron dovesse perdere contro Marine Le Pen al ballottaggio!), perché siamo un continente vigliacco avendo paura della forza, cui siamo disabituati da ottanta anni di mollezze e di agi, e la guerra la sappiamo fare soltanto per proxy (paghiamo e armiamo altri per farla al posto nostro)! Da noi, in Italia, vale la pena di ricordarlo, il tanto declamato Stato di Diritto non ha potuto impedire che nel nostro territorio si sviluppassero e prosperassero le Mafie più pericolose e più ricche del mondo, tant’è vero che la loro presenza occulta in tutti i rami della Pubblica amministrazione, soprattutto locale, fa sì che siano in grado di intercettare, attraverso il condizionamento mafioso degli appalti pubblici, un volume impressionante di risorse statuali, comprese quelle del Pnrr!

Per di più, abbiamo creato un Monstrum planetario come l’Onu, che ha orrore della forza perché, non avendola, non saprebbe nemmeno come usarla per far valere le sue convenzioni e i diritti umani, violati e massacrati in ogni parte del mondo! Ha ragione Domenico Quirico che sulla Stampa, con il suo “L’ipocrisia dell’Onu”, si interroga, come fanno moltissimi di noi, ieri e oggi, sull’inutilità dell’Onu e sulla sua grande ipocrisia. Perché è proprio quel Palazzo di Vetro (ma non di cristallo, dato che resta opaco come un fondo di bottiglia) a ospitare nel suo capiente ventre molle, corrotto, impotente e imbelle, i più spietati e beceri regimi dittatoriali del mondo.

Si espelle Putin dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu, ma si continua come se nulla fosse a mantenere l’Arabia Saudita tra i suoi membri, quando “oggi” in contemporanea ai crimini di guerra dell’esercito di occupazione russo dell’Ucraina, Riad con i suoi bombardieri fa stragi sul popolo yemenita pari a 100 volte quelle di Putin sull’Ucraina, facendo morire di fame e di stenti centinaia di migliaia di persone innocenti. Per non parlare degli assassini di Stato e degli orrendi crimini nei confronti del suo stesso popolo commessi da Maduro; o dell’assoluta negazione dei diritti umani da parte di chi, a turno, è membro pro-tempore o permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu, per cui i criminali di guerra esercitano il diritto di veto per garantirsi l’impunità!

Ma che razza di mondo alla rovescio è questo, che per togliere le rendite del gas a Putin si rivolge ai più spietati autocrati e dittatori della terra e ai loro regimi per ricevere le forniture alternative che ci servono? Chi, come e perché non ha mai voluto il nucleare sicuro? In primis, la maggiore responsabile è la Germania merkeliana che ha perseguito il sogno impossibile dello scambio tra Benessere (parecchie centinaia di miliardi di euro all’anno regalati a Putin per le sue forniture di gas e petrolio), in cambio di un riavvicinamento della Russia all’ordinamento democratico europeo. E si è visto come è andata a finire.

Ora, che cosa ci dobbiamo aspettare? Una straordinaria ricombinazione storica per cui gli ex imperi, zarista, austroungarico, turco e soprattutto cinese si ricostituiranno sotto altre forme nei decenni a venire. Morale: la geopolitica che ha dominato dall’8 dicembre 1991 al 24 febbraio 2022 è definitivamente scomparsa. L’Europa non sarà mai più federale, perché nel suo seno rinascerà come una fenice la Grande Germania, l’unica (qualora restasse democratica) a sapere usare la forza per contrastare le mire espansionistiche dei nuovi Zar panrussi, facendo da duro contraltare anche agli Stati Uniti d’America.

Probabilmente, la futura neopotenza tedesca è destinata a gemellarsi di nuovo, come ieri, con quella nipponica per contrastare Pechino sul Mar Meridionale di Cina. E noi Paesi latini europei? Affondati, si spera, Trattati come la politica agricola comune, il Fiscal Compact e il folle voto all’unanimità, potremo riprenderci buona parte della sovranità nazionale per sviluppare quello che da sempre abbiamo come risorse nazionali: turismo; ottima tavola; arte, moda e artigianato di qualità; meccanica fine; energie pulite; genio creativo e, infine, tanta, ma tanta capacità di mediazione con il resto del mondo, grazie alle nostre grandi città cosmopolite.