di Giulia Berardelli

 

Difficile immaginare una scenografia migliore di un cosmodromo per la propaganda di guerra di Vladimir Putin: lontano da Mosca, dove si moltiplicano le voci di purghe e trame di palazzo; lontano dall’Ucraina, dove le perdite tra i soldati russi sono di gran lunga superiori a ogni aspettativa; più vicino alla Luna, dove la Russia promette di tornare con navicelle cargo di nuova generazione. Il presidente russo è volato oggi nel cosmodromo di Vostochny, nell’estremo oriente della Federazione russa, accompagnato dal fido alleato Alexander Lukashenko, presidente della Bielorussia.

L’occasione è la Giornata della Cosmonautica, anniversario celebrato in Russia e in alcuni altri Paesi dell'ex URSS per ricordare il primo volo spaziale con equipaggio effettuato il 12 aprile del 1961 dal cosmonauta sovietico russo Yuri Gagarin. Una grande storia che il presidente collega alla grandezza della Russia di oggi: un Paese “impossibile da isolare” e più che mai determinato a raggiungere i propri “nobili obiettivi” in Ucraina. Non solo: una grande potenza pronta a riprendere l’esplorazione della Luna, con il lancio della navicella automatica Luna-25. 

La scelta di volare a Vostochny, a circa 7.500 chilometri sia da Mosca sia dal Donbass, è anche un modo per allontanarsi dai fronti più caldi della guerra. Una boccata d’ossigeno per un leader descritto come sempre più paranoico e arrabbiato con i suoi. Secondo Christo Grozev, direttore esecutivo di Bellingcat, è in corso un'epurazione di massa "stalinista" dell'intelligence segreta russa, con il licenziamento di circa 150 ufficiali dell’Fsb, tutti dipendenti del Quinto Servizio (una divisione costituita nel 1998, quando Putin era direttore dell'Fsb, per svolgere operazioni nei Paesi dell'ex Unione Sovietica con l'obiettivo di mantenerli nell'orbita della Russia).

L'ex capo del servizio, Sergei Beseda, 68 anni, sarebbe stato spedito nel carcere di Lefortovo a Mosca, dopo essere stato messo agli arresti domiciliari il mese scorso. La prigione fu usata dall'Nkvd, il predecessore del Kgb - scrive il Times - per interrogatori e torture durante la Grande Purga di Stalin degli anni '30. Voci di arresto anche per l'ex deputato della Duma ed ex vicepremier russo Vladislav Surkov, fino a poco tempo fa uno dei più stretti consiglieri personali di Putin e considerato il suo ideologo. Secondo l'ex deputato russo Ilya Ponomarev, Surkov - soprannominato il Rasputin del Cremlino – sarebbe stato messo agli arresti domiciliari.

Ma qui, tra le strumentazioni lunari del cosmodromo, non c’è spazio per la preoccupazione. Putin ostenta anzi una sicurezza totale sul fatto che il "nobile" obiettivo di “proteggere il Donbass” verrà raggiunto. "Questo è quello che accadrà. Non ci sono dubbi. Gli obiettivi sono perfettamente chiari e sono nobili", ha sottolineato il presidente parlando ai lavoratori dell'industria spaziale. "Il principale obiettivo è aiutare le persone nel Donbass, che noi abbiamo riconosciuto, e lo dovevamo fare perché le autorità di Kiev, incoraggiate dall'Occidente, si rifiutavano di attuare gli accordi di Minsk per una risoluzione pacifica dei problemi della regione", ha aggiunto. Immancabile il riferimento al “genocidio ai danni della popolazione russa del Donbass”, la miccia retorica usata per accendere l’invasione.

Lo scontro con le forze anti-russe cresciute in Ucraina "era inevitabile, era solo una questione di tempo", ha sostenuto. Russi, bielorussi e ucraini "sono un unico popolo in tre", per cui "quanto sta succedendo in Ucraina è una tragedia". Una tragedia di cui lui, "ovviamente", non ha nessuna colpa: "non avevamo scelta, è stata la decisione giusta". Quanto alle sanzioni decise dall’Occidente, “è un’illusione pensare di isolare la Russia”: “siamo pronti a cooperare con tutti i partner che lo desiderano, non abbiamo intenzione di chiuderci”.

Nel discorso dello zar, l’orgoglio russo si continua a nutrire dei successi spaziali dell’epoca della Guerra Fredda. Una storia che non può certo finire per colpa delle sanzioni occidentali. "La Russia sarà sicuramente in grado di portare avanti il suo programma spaziale anche sotto le sanzioni, poiché possiede una tecnologia avanzata per realizzarlo”. Il primo volo di Gagarin nello spazio "ebbe luogo mentre l'Unione Sovietica era completamente isolata dal punto di vista tecnologico". "Le sanzioni erano totali, eppure l'Unione Sovietica è stata la prima a lanciare un satellite terrestre artificiale, il primo cosmonauta è stato il nostro, così come il primo volo di una stazione spaziale, la prima passeggiata spaziale e la prima donna cosmonauta". "Abbiamo fatto tutto in un totale isolamento tecnologico e abbiamo raggiunto questi grandi successi", ha rivendicato Putin. "La Russia di oggi, con la sua tecnologia avanzata, può certamente continuare il suo programma spaziale”.

Dopo la visita al cosmodromo, Putin e Lukashenko hanno avuto un incontro bilaterale focalizzato, tra le altre cose, sulle "misure per contrastare le sanzioni occidentali" e sullo “sviluppo della cooperazione bilaterale". Il tutto mentre si avvicina un altro anniversario: quello del 9 maggio, la Giornata della Vittoria, in memoria della capitolazione della Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale. Entro quella data – sottolineano diversi analisti – Putin deve avere tra le mani una qualche vittoria da vendere al pubblico russo. Di qui la spinta per conquistare definitivamente Mariupol e le aree del Donbass ancora sotto il controllo degli ucraini. È la nuova fase di una guerra su cui pesa sempre di più il timore di attacchi chimici, e non solo. Secondo l’intelligence ucraina, i servizi speciali russi pianificano di effettuare attacchi terroristici sul territorio della Russia per iniettare nella popolazione un'isteria anti-ucraina. Gli scenari citati da Ukrinform sono da brividi: si parla di “far saltare in aria case, ospedali e scuole negli insediamenti russi". L’obiettivo sarebbe quello di suscitare una forte reazione emotiva nella società russa, un effetto “rally 'round the flag” capace di cementare la leadership di Putin.