Giuseppe Conte (foto Depositphotos)

Altro che…effetto Conte!! Per il M5S, la cartina al tornasole delle amministrative sono le immagini delle piazze festose, gremite di simpatizzanti, pubblicate dal leader pentastellato sui social durante i comizi tenuti in lungo e in largo nella Penisola. Una realtà che però, non ha trovato riscontro nell'urna dove, all'opposto, la causa dei 5Stelle ha incontrato il pieno “deserto”.

Tradotto in soldoni: al di là delle immagini di facciata, le Comunali, per Conte & Di Maio, si sono rivelate un vero e proprio disastro, facendo segnare uno dei risultati più bassi per il Movimento dopo i fasti del 2016 (vittorie a Roma e Torino). Per capirci: a Palermo, Taranto, Messina e Catanzaro, città tra le più battute dall'ex premier, i 5Stelle sono quasi spariti. Nel capoluogo siciliano, dove nel 2017 ottenne il 16,2% dei consensi, domenica scorsa il Movimento si è fermato ad un risicato 7,5%, mentre nella città pugliese la débacle è stata ancora più vistoso passando dal 12,4% al 4,2%. Stesso discorso per Catanzaro dove il 6% di cinque anni fa si è trasformato in uno striminzito 2,8%. E così a Messina, dove i pentastellati sono passati dal 13,5% al 4,3%.

Insomma: di male in peggio anche in ottica Politiche 2023, con il “campo largo” di Enrico Letta (Pd), da sempre fautore dell’alleanza giallorossa, che, a questo punto, non sembra più capace di fornire quelle garanzie che pure in tanti si erano augurati (ed aspettati) alla vigilia della tornata elettorale. “Il campo largo Pd-Cinque stelle non è mai esistito. Quell’alleanza è già morta: sarebbe ora che Enrico Letta se ne rendesse conto” ha sbottato Carlo Calenda (Azione).

Tutto questo mentre, manco a dirlo, nel M5S si respira un'aria da resa dei conti. A farne le spese potrebbe essere proprio Giuseppe Conte, diventato un po’ il capro espiatorio per il fronte dei “delusi”. Lo stesso ex avvocato del popolo, tra l’altro, attende con ansia anche l'esito della decisione (bis) del tribunale di Napoli sul ricorso degli iscritti partenopei contro la sua nomina a presidente del Movimento. Decisione che potrebbe toglierli definitivamente di mano il timone dei 5Stelle.