Beppe Grillo (foto depositphotos)

"Il doppio mandato non si tocca". "Sì, invece. Serve una deroga". È scontro tra Beppe Grillo e la base del Movimento. A mandare in tilt i Cinque Stelle è proprio il limite imposto ai futuri candidati: non più di due legislature, poi a casa. Uno dei “must” dell'ei fu Movimento. Un vincolo di cui però, ultimamente, più di un pentastellato sta chiedendo con urgenza un’eccezione. Il garante, dal canto suo, frena. Almeno per ora.

Giunto a Roma, nei giorni scorsi, per tentare di salvare la sua creatura politica, sul punto l'ex comico genovese è apparso lapidario nell’incontro con i suoi parlamentari: la regola non si tocca in quanto rappresenta uno dei principi fondativi per il M5S. Non tutti, però, sono d'accordo e tra gli stessi eletti del Movimento si fa, di giorno in giorno, sempre più forte la fronda di quanti invocano scelte differenti.

Galeotta fu la partita in Sicilia. Qui infatti incombe il "grand tour" delle primarie del centrosinistra per le candidature in vista delle elezioni regionali (si vota in autunno), con i 5Stelle che vorrebbe calare nella contesa Giancarlo Cancellieri. Il sottosegretario, però, è già stato eletto per due volte all'Assemblea regionale isolana e dunque, permanendo la regola dello stop dopo il secondo mandato, non ci sarebbe più spazio, per lui, per una terza eventuale candidatura.

Da qui dunque il tentativo pentastellato di "forzare" la mano a Grillo, chiedendogli una deroga, almeno in Sicilia. Il garante, dal canto suo, teme che, così facendo, concedendo, cioè, il "via libera" alla nomination di Cancellieri, creerebbe un pericoloso precedente che potrebbe anche alimentare ulteriori spaccature (e futuri caos) nel Movimento, tra ribelli e intransigenti della prima ora. Insomma: almeno per ora, la tanto auspicata "fumata bianca" non si vede.

Le valutazioni sono in corso. Grillo lo sa: in questo momento ogni passo falso potrebbe rivelarsi fatale. Molto meglio spostare il tiro (e l’attenzione) altrove. Sul sostegno al governo Draghi, per esempio. Che il garante non si sogna di mettere in discussione. “Ma certo che rimaniamo al governo, siete esaltati, prendete sostanze” ha dichiarato ieri il garante ai giornalisti poco prima di arrivare in Senato. Sferzante, come suo solito.