Vladimir Putin (foto depositphotos)

di Stefano Casini

Secondo varie analisi economiche realizzate da enti finanziari di tutto il mondo, l'invasione dell'Ucraina costerà alla Russia un crollo economico del 7,8% per il 2022. E i russi sono d'accordo. Si lamentano, soprattutto, per le sanzioni economiche imposte per l'invasione dell'Ucraina da tutto l'Occidente. La notizia proviene dallo stesso Ministero dell'Economia russo che, comunque é al di sotto delle previsioni della Banca centrale che prevedeva una contrazione dell'8-10%, sottolinea che, appunto, le sanzioni, sono state terribili per l'assetto economico della potenza mondiale.

Secondo i parametri economici per il prossimo quadriennio, l'economia registrerà una contrazione dello 0,7%, ma registrerà un rimbalzo del 3,2% nel 2024 e un altro del 2,6% nel 2025, previsioni concordate con il Ministero delle Finanze russo. In ogni caso, questi risultati, non saranno sufficienti per compensare la crisi del 2022.

Le previsioni di contrazione coincidono con il più grande calo dell'economia russa -7,8% nel 2009 - da quando il presidente Vladimir Putin è salito al potere nel 2000. L'economia russa ha già risentito delle sanzioni occidentali senza precedenti dovute alla campagna militare russa in Ucraina nel primo trimestre, in cui il PIL era cresciuto di appena l'1,6%.

Il punto più basso dovrebbe essere il terzo trimestre. L'inflazione salirà al 17,5% entro la fine di quest'anno, gli investimenti di capitale diminuiranno di quasi il 20%, i redditi reali diminuiranno del 6,8% e la disoccupazione salirà a quasi il 7%, senza previsioni di aumenti di stipendio per i lavoratori.

Il ministero dell'Economia prevede che le esportazioni diminuiranno del 14%, una diminuzione che nel caso dell'industria degli idrocarburi, sarà dell'8%. Intanto, in attesa di un nuovo pacchetto di sanzioni occidentali, il presidente Putin ha definito "suicidio economico" la possibile rinuncia dell'Unione europea al petrolio e al gas russi.

Stiamo parlando di stime nelle condizioni attuali, ma, nel caso che esploda un'autentica guerra nucleare, le previsioni potrebbero calare ulteriormente senza una cifra chiara.

Gli analisti internazionali ancora parlano di suicidio economico, ma da parte della stessa Russia. Molti credono che Putin era sicuro che la Cina lo avrebbe appoggiato o aiutato in qualche modo, ma il colosso orientale, anche se ha votato contro delle sanzioni e ha parlato di ingiustizia nei riguardi della Russia, non appoggia la guerra e lo ha espresso pubblicamente negli incontri con leader europei. É che, in realtá, per un paese che dipende praticamente dagli interscambi economici con tutto il pianeta, non é conveniente uno scontro diretto con l'Occidente che ha, proprio in Cina, l'80% della sua produzione. Secondo uno dei tanti economisti ".....pensiamo solo un secondo se le sanzioni fatte alla Russia, fossero state fatte alla Cina!!! in quattro e quattrotto, la Cina perderebbe oltre 500 milioni di posti di lavoro".