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Franco Esposito

Malgrado l'esito finale fosse scontato, infelice al massimo, l'investimento in criptovalute ha fatto vittime in tutto il mondo. Un alto numero di persone ora si ritrova con le pezze cucite su didietro. Gli italiani protagonisti di questa clamorosa truffa non inattesa. Anzi prevedibile: al mondo non può esserci un tipo di corposa, corposissima generosità al servizio degli alrri. 

Come è potuto accadere? Possibile che l'Italia sia diventato all'improvviso un Paese abitato da una moltitudine di allocchi? Pazzesco che al giorno d'oggi esista una Nazione, la nostra, con un notevole numero di ingenui creduloni? Oppure la spiegazione forse sta da tutt'altra parte? 

In Italia il caso più recente è quello della New Financial Techonology, di Silea nelle vicinanze di Treviso. Conviolte circa seimila persone. Sull'episodio la Procura di Pordenone già è al lavoro. La Nft garantiva ritorni mensili del 10% sul capitale investito grazie agli algoritmi in grado di comprare e vendere asset digitali su diverse piattaforme di scambio. Paga regolarmente la NftT all'inizio. Ha smesso di farlo a giugno di quest'anno. Conti dei clienti chiusi, i manager della società spariti. Il pensiero maligno è questo: vive e prospera uno schema truffaldino dove le cedole venivano date con i soldi arrivati dai nuovi investitori, non da algoritmi. Forse mai esistiti. Un sistema perverso, alla Tom Ponzi. I guadagni promessi dal mondo criptato hanno fatto riemergere infatti un meccanismo già collaudato. Lo schema appunto di Tom Ponzi. 

Dovrebbero essere andati in fumo almeno 100 milioni di euro della Nft. Ora l'ipotesi corrente è che dietro questa società non ci fosse altro "che uno schema truffaldino, dove le cedole venivano date con i soldi arrivati da nuovi investitori, non da algoritmi". Lo shcema Ponzi, uguale e preciso.  

Con un sistema identico la bulgara Onecoin, con un tocco di magia, ha fatto sparire 6 miliardi di dollari di provenienza americana e cinese. Truffe miliardarie hanno realizzato l'indiana Bitconnet (4 miliardi), la rumena Bitclub 3 miliardi). Ma non è finita: accertati altri sette casi di truffe superiori al miliardo. 

In Italia segnalato il caso Bitgrail, in provincia di Firenze. Circa 130 milioni in criptovalute spariti nel nulla. Attenta osservazione porta ad individuare facilmente gli elementi in buona parte alla base delle truffe. Tante vere, altre da accertare. Ma questo non sposta di una virgola il significato globale di questa truffa colossale. Laddove, nel calcolo totale, bisogna considerare che negli Stati Uniti il 98% degli asset nasconde un'arttività criminale. Certificato dalla Federal Trade Commission, il dato concreto, lampante, decisivo è questo: le truffe da criptovalute stanno emergendo in misura esponenziale negli ultimi mesi. 

Avidità più fiducia sono gli elementi basici presenti in gran parte delle truffe. Facile accertare, attraverso un giro sui social e nei forum, quanto accaduto anche agli italiani. Da casi emersi solo in Italia, quella cifra, mezzo miliardo di euro, è destinata al rialzo. L'esplosione del mercato delle criptovalute ha generato un'autentica corsa all'oro. In realtà spesso si è trattato di rovinosi bagni di sangue. In particolare per gli investitori meno grandi. 

La capitalizzazione del mercato delle monete digitali ha superato lo scorso novembre i 3.000 miliardi di dollari. L'incremento in due anni è stato di un +81%. Soldi di doppia provenienza, dai fondi istituzionali e piccoli risparmiatori, questi attratti dalla possibilità di partecipare al banchetto dei nuovi ricchi del digitale. I risparmi delle vittime – ingenui e mediocri conoscitori della complessa scivolosa materia – investiti nella speranza che potessero replicare il successo di Bitcoin. 

Esperto di valore assoluto, l'ad di Euklid, fondo di algotrading, Antonio Simeone, sui canali social ha spesso messo in guardia dalle rruffe che girano nel mondo degli asset digitali. "é difficile fermarle, spesso tutto si gioca sulla comunicazione e sulla fiducia che si ha nei confronti di un amico, di un parente, di un parente, di qualcuno che ci convince". Ma alla base di tutto è sempre presente e decisiva "la speranza di guadagnare molto, come chi è riuscito a farlo prima, con grande successo e profitto, augurandosi che non sia troppo tardi". 

L'avidità di guadagno diventa una sorta di iedologia. "Spesso convinti che il mondo delle cripto sia meglio di quello della finanza tradizionale, si passa appunto a un'ideologia. Il tutto alimentato dai social, da bravi comunicatori in grado di assicurare che la nuova Eldorado sostituirà l'intero  sistema finanziario tradizionale. Non ci sono regole". 

Il Far West purtroppo è anche questo: ne fanno le spese i più piccoli. In Italia è emerso anche il caso Juicy Fields, società che prometteva ritorni del 66% investendo in cannabis tramite cripto. Come nel caso di Nft, anche i fondatori di Juicy Fields sono spariti. I conti dei clienti congelati. Sintomatica la vicenda intitolata a Bitgrad  Firenze. Centotrenta milioni in cripto spariti. Il proprietario della società ha denunciato il furto dell'intera somma, a causa di un attacco hacker. Gli inquirenti ritengono che il furto l'abbia causato lui. Ora il tipo è a processo per "bancarotta fraudolenta". 

Se le accuse fossero confermate, saremmo davanti alla più grande frode nel mondo delle criptovalute commessa in Italia. Conclusione peraltro molto probabile, se non addirittura scontata.