di Matteo Forciniti

All’inizio del novecento la famiglia Menoni partì da un piccolo paese della Lunigiana toscana per scappare dalla prima guerra mondiale e dalla fame portando con sé tanti ricordi. Erano tantissime, all’epoca, le famiglie di questa zona che decisero di abbandonare i propri paesi rimasti poi vuoti per cercare fortuna in America. Alcuni arrivarono in Uruguay, a Salto. È qui che nacque Orlando, il nonno di Alicia Cano, una giovane regista che a questi ricordi familiari ha dedicato lo splendido documentario “Bosco” candidato al premio Goya dopo il grande successo ottenuto.

Un secolo dopo il viaggio della speranza della famiglia Menoni, in questi giorni Alicia ha effettuato il percorso inverso riuscendo a portare il film in Italia con diverse presentazioni tra la Puglia e la Toscana per poi proseguire il tour in Spagna. Un ritorno senz’altro estremamente simbolico in Italia fortemente voluto e segnato dalle forti emozioni come ha raccontato la regista che aspettava da tempo questa occasione.

Il tour è iniziato il 30 agosto a Lecce con una proiezione presso il Museo Castromediano ed è poi proseguito nella zona dove è ambientato il documentario: Bosco di Rossano è infatti un piccolo villaggio del comune di Zeri in provincia di Massa Carrara dove oggi sono rimasti a vivere soltanto una decina di persone circondate da una natura incontaminata che ha invaso quasi tutto. Assieme alle sue protagoniste, “Bosco” è stato proiettato nelle diverse frazioni che compongono questo ampio comune dove sono seguiti dibattiti con la regista: nei giorni scorsi Adelano, Castoglio e Patigno hanno vissuto serate davvero indimenticabili.

Cooprodotto tra Uruguay e Italia da Mutante Cine e MyBossWas, “Bosco” è il frutto di 13 anni di lavoro della regista in un viaggio intimo alla scoperta delle proprie radici tra il protagonista -il nonno Orlando, scomparso nel 2020 a 103 anni- e questo piccolo paesino al confine con la Liguria sospeso nel tempo. Tutto quello che il nonno Orlando è riuscito a trasmettere alla nipote era frutto della fantasia e dell’immaginazione proprio come delle favole dato che lui nel paesino della famiglia non c’era mai stato.

Il film era stato presentato per la prima volta nel 2020 in Olanda all’IDFA, il più grande festival di documentari al mondo. Da allora ha ricevuto diversi riconoscimenti tra l’Europa e il Sud America: in Italia ha ricevuto il premio speciale della giuria al Festival dei Popoli ed ha ottenuto il titolo di miglior film al Nuovi Mondi Festival e al Fluvione Film Festival nella sezione Appennino Doc. In Uruguay ha ottenuto un successo straordinario con numeri in continua crescita: si trova nei cinema da ben 14 settimane consecutive -un’anomalia per gli standard locali- e fino ad ora ha ricevuto 18mila spettatori.