di Alessandro Camilli

Non nel regno dei cieli, già qui gli ultimi saranno, anzi già quasi sono i primi. Almeno secondo cultura e prassi imposte, vigenti e vincenti niente meno che alla New York University. Dove è accaduto che un professore, un chimico onusto di fama e riconoscimenti scientifici, sia stato accompagnato alla porta, rimosso dall'insegnamento, insomma licenziato. Per sopravvenuta demenza? Per pruriginoso sospetto di male intenzioni sessuali? Per non rispettata par condicio tra la chimica deducibile dalla Bibbia e quella sperimentabile nei laboratori (negli Usa di oggi può accadere anche di questo)? No, no e no: rimosso il professore a seguito di una petizione firmata da una novantina di iscritti all'Università (chiamarli studenti appare parola grossa, come alla prossima riga dimostreranno i fatti).

Non promuove, licenziatelo! - A nome e per conto dei non promossi all'esame o promossi con voti bassi la petizione chiede la fine dell'intollerabile circostanza di un esame severo e dell'altrettanto intollerabile presenza di un docente che pretende elevati livelli di studio e competenza e dell'intollerabile uso del merito scolastico quale metro di giudizio. Firmato: gli iscritti che pagano. La Direzione della New York University ha letto, meditato e soprattutto guardato la firma, firma non esplicita ma evidente. E in nome e per conto del chi paga ha sempre ragione ha fatto i sui conti e valutazioni: da una parte il rigore scientifico, la didattica severa, il valore del merito, dall'altra le rette (decine di migliaia di dollari l'anno) che gli iscritti minacciano di ritirare.

Quindi via il professore, restino le rette. Robe americane? Nel nostro piccolo ci si dà da fare anche qui: con i crescenti ricorsi ai Tar in casi (rari) di bocciatura, con le famiglie che esigono dalla scuola e non dai figli ottimo andamento scolastico (il pezzo di carta diploma o laurea che sia), con la lagna perpetua sulla inerpicabile scalata ad esami che solo il 98/99 per cento supera...Però una macroscopica differenza con gli Usa c'é: lì decidono i dollari, son loro ad imporre che gli ultimi siano i primi, qui da noi ci attediamo siano lo Stato e il welfare a fare in modo che il non lasciare nessun indietro sia la formula magica per mettere gli ultimi, nel migliore dei casi i mediocri, davanti.