di Stefano Casini

Sicuramente, nella nostra comunità, pochi sapevano che l'Istituto Italiano di Cultura non da corsi di Italiano ma lo fa con l'appalto ad ADOC, una cooperativa privata, composta da docenti di italiani laureati dell'IPA (Instituto de Profesores Artigas).

Nell'anno 2001 infatti il MAE decise di terziarizzare l'insegnamento della lingua italiana nel mondo. Da quel momento, i professori che davano lezioni come impiegati degli IIC, dovettero mettersi d'accordo per formare una cooperative o ditte private per continuare a dare lezioni di Italiano nei nostri principali centri d'insegnamento sparsi per tutto il mondo. 

Nacque cosí, in Uruguay, ADOC, una cooperativa di docenti di Italiano che, da oltre 20 anni hanno, in appalto, questo fondamentale settore per insegnare la nostra lingua. Gente d'Italia ne ha parlato con la Coordinatrice dei Corsi che si danno all'IIC, Alicia Lerena che ci ha spiegato come è nata questa cooperativa privata che non da lezioni di italiano soltanto all'IIC ma lo fa anche a ditte private o pubbliche in questo paese.

Ci racconti come sono iniziate le attività di ADOC....

"La cooperativa è nata nel mese di marzo 2001 su iniziativa dell'addetto Culturale di allora Manenti. É giunto l'ordine del MAE di terziarizzare i Corsi di Italiano. Eravamo docenti dell'IIC ma siamo stati costretti ad organizzarci e abbiamo scelto la forma di cooperativa e, dal 2001 fino ad oggi gestiamo i corsi dell'Istituto e il contratto con ADOC si rinnova ogni volta che si cambia l'amministrazione, in poche parole, ogni volta che cambia il Direttore dell'Istituto. Il principio non è stato facile perché ci siamo dovuti informare e contrattare dei professionisti, abbiamo un notaio e un legale che hanno redatto il contratto, dato che lo Stato Italiano non ha redatto un modello per tutti gli IIC."

Sappiamo che con la pandemia, tutti gli istituti di insegnamento, hanno avuto grossi problemi per continuare a lavorare. Come ha affrontato ADOC questi problemi?

"Grazie al nostro lavoro, la pandemia non ha ridotto il nostro numero di alunni, anche perché, già da tempo,  gestivamo i corsi via Zoom e la risposta degli alunni è stata molto favorevole. Insomma, noi manteniamo un numero importante di circa 300 alunni, anche perché, dal dicembre del 2018, lo Stato Italiano ha deciso di rendere obbligatorio l'apprendimento della nostra lingua, almeno a livello B1 per ottenere la cittadinanza. Questo ha aumentato il numero di alunni anche durante la pandemia e siamo riusciti a mantenere un buon numero di allievi. Bisogna considerare che, per superare l'esame, una volta che sia stata richiesta la cittadinanza italiana, le persone che vogliono diventare italiane, devono realizzare 3 semestri di studio: A1, A2 e B1.

Quanti alunni c'erano nel 2001 e quanti ce ne sono oggi?

" Nel 2001 c'erano circa 200 alunni e, con il tempo, siamo riusciti ad aumentare a 300 e mantenere questo numero. Dobbiamo considerare che l'IIC non è l'unico istituto dove si puó imparare l'Italiano. C'era prima la Dante Alighieri con il suo riconoscimento PLIDA e ci sono anche le associazioni che, con docenti locali, insegnano la nostra lingua.

Sappiamo che, negli ultimi 6 o 7 anni, i corsi online sono aumentati in forma sproporzionata e sono poi esplosi con la pandemia. Come si é adeguata ADOC?

"Noi eravamo già preparati per questa contingenza, dato che, prima della pandemia, avevamo già iniziato i corsi online. Ovviamente, poi, durante la pandemia, siamo stati costretti a fare tutti i corsi online, Prima del 2020 già facevamo molti corsi tramite Skipe, soprattutto per "gente di provincia", ossia per l'interno del paese.

ADOC lavora soltanto per l'Istituto Italiano di Cultura?

"Noi non abbiamo un contratto di esclusività con l'IIC e lungo tutti questi anni, abbiamo lavorato, sia per ditte italiane che urugaiane. Abbiamo lavorato per la Parmalat, abbiamo fatto un corso di linguaggio settoriale di stabilità per la Cattedra di Architettura dell'Uruguay, per Tenari, una Banca svizzera, cioé, possiamo dare corsi di Italiano per chi ce li chieda, anche con corsi specifici, approfondimenti ecc."

Nel 2006 lo Stato uruguaiano ha tolto l'obbligatorietá per la lingua Italiana. Questo ha avuto un impatto nell'insegnamento della lingua Italiana?

"Prima di tutto dobbiamo dire che l'Italiano, anche se è stato tolto dalla Curricula, continua ad essere insegnato come lingua opzionale a livello educativo uruguaiano. Ci sono i CLE, i centri di insegnamento di lingue. In queste strutture ci sono anche lezioni di italiano. Ovviamente la decentralizzazione di queste strutture che si trovano in diversi punti di Montevideo e del paese, hanno allontanato un po' coloro che vogliono imparare l'Italiano."

Qual'è il reale rapporto con l'Istituto Italiano di Cultura? Ossia, cosa da ADOC all'IIC e cosa da l'IIC ad ADOC?

"Dunque a luglio di quest'anno è stato firmato l'ultimo nostro contratto con l'IIC. L'Istituto si impegna a fornire le aule, attrezzature, sussidi didattici per le lezioni presso l'IIC. C'é ancora una scorta di libri che possiamo utilizzare, che esistevano nell'Istituto, ma, una volta esauriti, dovremo noi accedere a libri aggiornati e acquisirli. L'Istituto si impegna anche a fare pubblicitá dei corsi sulle reti. Comunque, la gestione dei corsi, la parte economica, la segreteria, la scelta del materiale didattico ecc. son cose che facciamo noi e siamo costretti a versare una percentuale all'Istituto, è una specie di affitto che noi paghiamo all'IIC.

Abbiamo visto, negli ultimi tempi, un forte allontanamento della società dalla nostra cultura e la nostra lingua, cose che voi, che le insegnate, forse, non vi siete resi conto, ma, noi, come giornalisti, lo vediamo tutti i giorni. Quali sono i piani di ADOC e come vedi questa cooperativa in un futuro?

"In ogni caso vedo la nostra Cooperativa in un costante progredire, sia per quanto la nostra lingua, sia per la metodologia didattica. Offriamo altri corsi specifici che possano interessare a settori dello sviluppo e dell'economia."

Sapendo, per esempio che gli Istituti DANTE ALIGHIERI nel mondo concedono un titolo che si chiama PLIDA. Cosa concede ADOC?

"Noi, dopo aver finito ogni livello di lingua, diamo un attestato di frequenza convalidato dal Ministero della Cultura dell'Uruguay, perché noi siamo iscritti, appunto dal 2001, come Cooperativa. Sebbene non abbiamo l'abilitazione perché non siamo una Scuola, essendo un ente gestore dei Corsi dell'IIC e la formazione linguistica dell'Italiano, siamo esenti dal pagamento dell'IVA, anche se tutto il resto delle tasse le dobbiamo pagare. Oltre ad essere esaminatori dell'Università di Perugia, quest'anno, abbiamo realizzato i corsi anche per diventare somministratori dei titoli dell'Università di Siena, dal 2023. Per fare l'esame B1 che richiede il governo italiano per la richiesta di cittadinanza, l'aspirante puó scegliere tra ROMA 3, Perugia, Siena o PLIDA e noi abbiamo Perugia e Siena. Un tempo era solo valido il CELI e noi prendiamo questi esami dal 1998 presso la sede dell'IIC."