Lo ha certificato l’Istat ieri, in mattinata: gli occupati tornano a salire. Una buona notizia, chissà che dietro l’aumento dei lavoratori non ci sia anche lo zampino dei navigator. 1500 assunti dall’allora ministro del Lavoro Di Maio posti al servizio dei centri per l’impiego con l’obiettivo di far tornare a lavorare i disoccupati percettori di reddito di cittadinanza. I dati Anpal di quest’estate, però, parlano chiaro: in tre anni solo il 18% ha trovato lavoro. Anche qui: quanto c’entrano i navigator? Non si sa. Di sicuro, però, non hanno fatto la differenza per la quale sono stati assunti. Ora il nuovo governo – il primo senza pentastellati da quattro anni – vuole stringere la cinghia intorno all’odiato reddito. E questa passa anche dal non rinnovo dei contratti – precari – dei “famosi navigator”. Le regioni vanno in ordine sparso, la maggior parte non prorogherà. A parte Sicilia, Calabria e Basilicata. Il forzista Schifani si è addirittura trasformato in ‘navigator dei navigator’. In attesa del primo vertice tra il neo-ministro Calderone e parti sociali che si terrà domani, Landini promette battaglia. Su navigator e reddito di cittadinanza si apre il fronte del lavoro.

C’erano una volta le “tre offerte di lavoro”, con i percettori di reddito di cittadinanza che, in attesa di trovare occupazione, avrebbero dovuto svolgere “lavori socialmente utili”. C’era una volta, alla guida dell’Anpal, l’italo-americano Mimmo Parisi, con i suoi “software rivoluzionari”. C’era una volta Di Maio vicepremier che “aboliva la povertà” dal balcone di Palazzo Chigi. Di quell’epopea grillina è rimasto poco. Lo stesso Di Maio, ironia della sorte, si è ritrovato improvvisamente senza occupazione. Fino a quattro giorni fa resisteva ancora il mito dei navigator. Ma ora, scaduto il loro contratto il 31 ottobre, coloro che dovevano aiutare a trovare lavoro rischiano di doverselo cercare per se stessi, il lavoro. Qual era il loro compito? Occuparsi dell’aspirante lavoratore, contattando le aziende del territorio per offrire servizi relativi alla ricerca di nuovo personale e fornire informazioni riguardanti gli incentivi per le nuove assunzioni. Certo, aiutare i due milioni e mezzo di percettori di reddito di cittadinanza a trovare occupazione era un’impresa non da poco. A questi due milioni, in realtà, vanno tolti tutti coloro che non possono lavorare, per le condizioni personali e giuridiche più varie.

In tutto, a cercare lavoro, rimangono quasi un milione. 920 mila per la precisione, secondo dati Anpal. Tra questi, poco meno di duecento mila risultano avere un lavoro al 2022.

Dei 660 mila che dovevano essere presi in carico dai centri per l’impiego, lì dove operano i navigator – di- pendenti Anpal “prestati” ai Cpi regionali – meno della metà hanno stipulato il patto per il lavoro. Insomma: navigator o no, il piano per il lavoro immaginato dal governo gialloverde tre anni fa è in buona parte fallito. Il reddito di cittadinanza è diventato un sussidio a tutti gli effetti. Fallita l’operazione navigator, però, questo non significa che gli stessi siano diventati “inutili”. Alla fine i mille e cinquecento – 1496, per la precisione – hanno comunque coontribuito al funzionamento dei centri per l’impiego territoriali. In questi ultimi mesi hanno fornito assistenza anche sull’attuazione del programma GOL, Garanzia Occupabilità dei Lavoratori, 4,4 miliardi di euro del Pnrr.

Per questo alcune regioni non vogliono disfarsene. Alla nota inviata dal ministero del Lavoro nei venti capoluoghi regionali – nella quale il ministro Calderone chiede di conoscere quali siano le intenzioni delle giunte rispetto alla proroga dei navigator, aprendo dunque alla possibilità di confermarli – hanno risposto positivamente solo in tre. Calabria, Basilicata e la Sicilia governata da poche settimane da Renato Schifani. Storico esponente di Forza Italia, l’ex presidente del Senato si è trasformato in un difensore del navigator: “Si tratta di personale qualificato – ha detto il governatore – e continueremo ad avvalercene, in attesa che si completino le procedure concorsuali per le assunzioni nei Centri per l’impiego siciliani”. Tradotto: contratto rinnovato di due mesi, per il momento, ai 280 navigator in servizio nell’isola. Fino al 31 dicembre.

Opposto l’atteggiamento di altre giunte, anche dello stesso colore politico di Schifani. Il Movimento 5 Stelle sardo annuncia battaglia contro il governatore Solinas, per il quale di proroga non se ne parla. In Umbria, l’assessore regionale Fioroni esulta per la mancata proroga dei 22 navigator regionali, tra le polemiche dei sindacati, locali e nazionali. Parti sociali che domani incontreranno il ministro Calderone, nel primo vertice ufficiale tra governo e sindacati. Il segretario della Cgil Landini, solitamente cauto in campagna elettorale, ha già detto che “il governo è partito con il piede sbagliato sul lavoro”. I sindacati non si accontenteranno del dialogo promesso dalla premier. Vogliono una “vera trattativa”. Domani si parlerà anche del destino dei navigator. Un destino ancora tutto da scrivere. Perché dopo la nota ‘aperturista’ del 28 ottobre, il ministero è in parte tornato sui suoi passi, affermando che “non è possibile” rinnovare l’assunzione dei navigator, e non sono le regioni a doversene occupare dato che si tratta di dipendenti Anpal. Servirebbe una "norma ad hoc", è l'ultima versione ministeriale in materia. Poi, certo, c’è tutto un altro discorso da fare: bisognerà capire che piani abbia il governo su tutta l’impalcatura del reddito di cittadinanza. In campagna elettorale l’imperativo del centrodestra era l’abolizione. Poi le posizioni si sono limate sempre di più. Ora il disegno, stando a quanto detto a più riprese da esponenti di maggioranza e dal neo-sottosegretario al Lavoro, il salviniano Claudio Durigon, prevede una forte stretta del reddito per tutti coloro che sono in grado di lavorare: un’offerta “congrua” e via. Se rifiutano, addio reddito. Altro mistero: chissà che i navigator rimasti senza contratto faranno in tempo a richiedere il reddito di cittadinanza.