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di Lucio Fero

Covid 23, speriamo di non dover chiamarlo così ma il pericolo c'è. Covid 23 e non Covid 19, Covid 23 dall'anno che arriva, arriva insieme al pericolo. Il pericolo arriva dalla Cina. Perché la Cina, il suo governo, ha fatto in materia di pandemia, sta facendo come noi in peggio e il peggio che fa lo fa molto diversamente da noi in Occidente. Un peggio che può diventare appunto Covid 23, dalla Cina con mutazione.

Per circa due anni il governo e regime cinese hanno tentato, ordinato, imposto, inseguito e quindi fallito l'obiettivo di zero contagi. Lo facevano fino a ieri con lo strumento del lockdown, tutti chiusi in casa. Su scala regionale, cittadina, di quartiere, di isolato. Ed erano lockdown rigidissimi, feroci. Al paragone il nostro lockdown era una cauta misura di prudenza. Senza mai smettere per due anni e passa lockdown qua e là per la Cina. E tamponi di massa e obbligatori per ogni attività sociale, lavoro compreso. L'economia, la produzione, in ogni comparto la società cinese ha pagato prezzo altissimo. Meno lavoro, meo produzione, meno reddito e una limitazione della libertà personale soffocante perfino sugli standard politici e culturali cinesi.

Non uno ma più vaccini a disposizione dei cinesi: ma nessuno di questi con l'efficacia di quelli adottati in Occidente. E, come e più che in Occidente, una popolazione soprattutto anziana restia a vaccinarsi. Quindi infinita catena di lockdown a catena, vaccini a bassa efficienza e pochi vaccinati. Fino a che la catena dei lockdown si è fatta pietra al collo dell'economia, collana di pietra insostenibile per lo stesso equilibrio del paese. E quindi i cinesi hanno fatto, tardissimo e malissimo, quello che abbiamo fatto noi: dichiarare il Covid una malattia i fondo privata e non una pandemia sociale.

Da noi in Occidente è ormai un anno e mezzo che si è collettivamente scelto qualche decina di morti al giorno e qualche decina di migliaia di contagi al giorno siano il prezzo giusto, spendibile e sostenibile, per una vita sociale ed economica aperta e libera. Senza restrizioni e senza profilassi, purtroppo identificate come medesima cosa e sostanza (vedi avversione cultural-simbolica alla mascherina che è ottima profilassi e per nulla o quasi restrizione). Da noi in Occidente questo è stato possibile e praticabile perché gran parte della popolazione è vaccinata. Tradotto: il Covid si prende, il contagio c'è ma se vaccinati ci si ammala poco o niente. Debole o tollerabile sintomatologia, esito fausto nella grandissima percentuale dei casi. Covid 19 c'è, colpisce, ammala, deboli e fragili li manda in ospedale, talvolta uccide ancora. Ma ci si può stare: economia ed attività in salute più libertà di movimenti e relazioni più vaccinazioni di massa hanno qui da noi reso tollerabile tollerato il Covid 19.

In Cina hanno diversamente da noi in Occidente vaccinato poco e male. Contavano di sterminare il virus con i lockdown. Hanno invece bastonato le attività economiche e la stessa popolazione. Poi, d'improvviso o quasi, il contrordine da Pechino: riaprire, lavorare, niente più tamponi di massa, al lavoro anche gli asintomatici. L'argomento: la variante Covid in circolo non uccide più come quella originaria e immediatamente seguenti. Vero, ma vero a condizione di una popolazione massicciamente ed efficacemente vaccinati.

Cosa che in Cina non è. Quindi il vaso mal tappato di virus Covid in Cina viene aperto. E no è dato sapere quale contenuto virale da quel vaso sta uscendo sotto forma di popolazione che circola, lavora, vive di relazioni, viaggia. Sotto la non copertura vaccinale e per così dire sotto mal congelamento da lockdown è dato temere virus sia andato in combinazioni progressive, in mutazioni nocive (sia perdonato il banale e semplicistico: come quando mal congeli e e quindi nel mal congelato di fatto coltivi batteri). E' lecito temere possa essere nato per via di mutazioni Covid 23 e chi sia possibile sia in arrivo dalla Cina. Dalla Cina con mutazione, questo è il pericolo. E' lecito ache sperare che così non sia. Ma, maledizione, sarà anno 2023 e dopo anno 20220-2021-2022, con il Covid non è ancora finita.