Luciano Spalletti quando allenava il Napoli (Depositphotos)
di Mimmo Carratelli
 
Questo Sampdoria-Napoli è una partita-cuscinetto fra la sconfitta di Milano e l'impegno di venerdì al "Maradona" con la Juventus. 
 
Una gara apparentemente abbordabile tra due big-match. Diventa una partita delicata per il momento del Napoli che deve rassicurare sulle sue condizioni di forma. 
 
Con gli avversari più vicini (Milan a -5), il Napoli deve riprendere lo slancio che, prima della sosta, ne aveva fatto la squadra più bella e imbattuta. 
 
Da Marassi si attende un responso positivo: la vittoria degli azzurri per riprendere la corsa di testa. 
 
Spalletti ritocca la squadra. Nessuna bocciatura per le prestazioni a San Siro, ma un normale avvicendamento. Il tecnico precisa che i cambi per il match con la Sampdoria erano previsti prima della gara di Milano. 
 
Fuori Rrahmani, Olivera, Anguissa e Zielinski. Dentro energie fresche. Devono giocare tutti in questa ripresa del campionato. Qualche azzurro, fra i titolarissimi, non è al massimo. 
 
Si ipotizza l'impiego di Juan Jesus e il ritorno di Mario Rui in difesa, Ndombele ed Elmas sulla linea mediana. Inalterato l'attacco. Quindi, Raspadori e Simeone in panchina. A Marassi dovremmo vedere un Napoli più veloce e reattivo. 
 
Gioca ancora Kvaratskhelia. Non ha fatto granchè a Milano, malmenato e ingabbiato da una triplice marcatura, ma è stato l'attaccante che ha avuto i pochi spunti migliori. 
 
Per tornare in forma, il georgiano deve giocare. A Marassi il Napoli deve assicurare spazio a Osimhen, micidiale nelle accelerazioni. Se il nigeriano resta "attaccato" alla difesa avversaria, con un Napoli tutto avanti, perde la corsa vincente e lo scatto bruciante. 
 
La difesa doriana erge tre bastioni niente male, difensori di stazza e di potenza, il colombiano Murillo (1,84), il gambiano Colley (1,91) e l'olandese Nuytinck (1,90), aggirabili solo con un gioco rapido, palla a terra. Sarà una difesa a cinque con gli arretramenti degli esterni di centrocampo (3-4-1-2). 
 
La Sampdoria, terzultima in classifica, appena due vittorie, nessuna in casa, solo due volte in gol sul suo campo, nove partite senza segnare, si è rimessa in corsa, vincendo a Reggio Emilia contro il Sassuolo, quattro giorni prima di ospitare il Napoli. Un segnale poco incoraggiante per gli azzurri. Ma il Sassuolo è stato poca cosa. 
 
Stankovic, sostituendo Giampaolo, ha rianimato la formazione ligure. Mentre Spalletti, che aveva promesso di fare impazzire di gioia i tifosi napoletani, è tornato a mani vuote da Milano, senza fare impazzire nessuno, e con più di un problema emerso nel match con l'Inter, prima sconfitta azzurra e qualche preoccupazione di troppo. 
 
Al Napoli, a Milano, è mancato il ritmo e la squadra è stata un po' timida. 
 
Così ha detto Spalletti. Ha forse inciso la preparazione durante la sosta, ma la timidezza sarà stata forse figlia di un discutibile approccio alla gara da parte del tecnico e della squadra. 
 
Nel primo tempo, il Napoli poteva essere già sotto di tre gol. Ha poi incassato la sconfitta su un contropiede, incredibile giocando fuori casa. 
 
Come sta il Napoli "ritoccato" lo vedremo nel tardo pomeriggio a Marassi. Giocherà contro una squadra chiusa, come l'Inter a San Siro, però senza le qualità della formazione milanese. 
 
La Samp ha comunque fisicità e sarà molto determinata: lotta per non retrocedere. Terrà la partita su alti toni agonistici. Il Napoli dovrà essere abile a snidarla. Giro-palla per fare scoprire l'avversario e verticalizzazioni rapide. 
 
La Samp terrà il serbo Djuricic incollato a Lobotka per limitare la fonte di gioco migliore del Napoli, a sinistra con Augello avrà la migliore percussione, in attacco può essere temibile l'olandese Lammers (1,91) più del trentaduenne Gabbiadini di passaggio nel Napoli sei anni fa. 
 
Un Napoli equilibrato, che non si scopre sconsideratamente come a San Siro, dovrebbe temere poco da questa partita. Però bisognerà giocarla al massimo della concentrazione. 
 
Si giocherà nel ricordo di Gianluca Vialli, lo splendido paladino della Samp campione d'Italia, grande attaccante e ragazzo delizioso, ironico, burlone, gentile. 
 
Ai tempi di Maradona, Ferlaino cercò di portarlo a Napoli.