di LUCIO FERO

Fate un po’ voi: prima aveva incarico e responsabilità attinenti alla cartografia, non una cosa di poco conto come può apparire al profano. Ora invece il generaleRoberto Vannacci sarà Capo di Stato Maggiore delle forze operative terrestri dell’esercito. Fate un po’ voi: quale incarico e responsabilità tra le due appaiono maggiori? La cartografia, sia pure satellitare o lo Stato Maggiore delle forze operative? Al generale e al vice premier Salvini e anche alla logica e all’evidenza non c’è partita: vince l’incarico di Capo di Stato Maggiore delle forze operative terrestri dell’Esercito tutto (mancano Marina e Aeronautica ma non si può avere tutto). Felice e promosso si dichiara Vannacci, si felicita e congratula con lui Matteo Salvini, a nome e per conto di tutta la destra-destra italiana e pure europea.

Capo di Stato Maggiore delle forze operative, se le parole hanno un senso…Ma ministro Guido Crosetto, ministro della Difesa, puntualizza con malcelata punta di imbarazzo che “non è una promozione” quella che è toccata a Vannacci. Vannacci generale che non ha commesso nessun peccato e neanche infrazione disciplinare e neanche reato di opinione. Si è solo limitato a ignorare e travolgere la regola prima, per così dire deontologica, di chi indossa divisa e gradi: mostrarsi sempre istituzione e mai parte. Vannacci ha varcato con allegria un confine ormai mal difeso e quasi incustodito, quello che pone un limite non alle opinioni ma alle opinioni in divisa. Le sue opinioni Vannacci le ha messe in un libro, stralegittima cosa.

Le sue opinioni Vannacci le ha messe in divisa, mostrando così una doppia e contraddittoria lealtà: alle sue opinioni e alle istituzioni. Forse, probabilmente il generale Vannacci pensa che coincidano, in questo caso la buona fede è…aggravante. Ma generale Vannacci che per queste vicende sarebbe ancora oggetto di inchiesta da arte dei superiori (stanno leggendo il libro da questa estate?) con questa del Capo di Stato Maggiore e via definendo è stato promosso o no?

Delle due l’una

Se le parole hanno un senso la promozione c’è, eccome se c’è. Eccole le parole, rileggiamo ancora una volta: Capo Stato Maggiore forze operative terrestri dell’esercito. Sono ben otto parole, stanno strette in un biglietto da visita, ci vuole acronimo. E oltre alla quantità, la qualità: forze, ma non generiche. Forze che si specifica operative. E Capo, non capo di una sezione o articolazione ma di Stato Maggiore. Quindi delle due l’una: o Vannacci è stato promosso nonostante il profilo ideologico-culturale che ha voluto pubblicamente assumere oppure in Italia il Capo di Stato Maggiore delle forze operative dell’esercito non conta un tubo e il titolo è orpello, pennacchio. Delle due l’una. Più probabile la prima, da non escludere però la seconda.