Foto archivio (IDF, Telegram)

E' salito a 140 ''il bilancio dei terroristi uccisi nel complesso dell'ospedale Shifa'' a Gaza City, nel centro della Striscia.

Lo ha fatto sapere il portavoce militare aggiungendo che le operazioni sul posto, iniziate alcuni giorni fa, sono ancora in corso. ''Solo ieri - ha spiegato - ne sono stati uccisi 50''.

Le Forze di difesa israeliane (Idf) affermano di aver sequestrato contanti per un valore di 3 milioni di dollari - in valuta statunitense e dinari giordani -, presso l'ospedale Shifa a Gaza, soldi apparentemente destinati ad essere utilizzati da Hamas e da altri gruppi terroristici.

Israele sta lavorando ad un piano secondo cui leader palestinesi e uomini d'affari non legati ad Hamas assumano un ruolo chiave nella distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza e che alla fine diventerebbe autorità di governo. Lo ha riferito, ripreso dai media israeliani, il Wall Street Journal (Wsj), secondo cui alti esponenti del ministero della Difesa hanno già preso contatto con Egitto, Emirati Arabi e Giordania con l'obiettivo di costruire un sostegno regionale alla proposta.

Il ritorno degli sfollati nel nord della Striscia e il meccanismo di distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza. Questi - secondo fonti diplomatiche arabe citate da Haaretz - i due punti di dissenso che ostacolano, ad ora, l'intesa tra Israele e Hamas per una tregua "temporanea" nell'enclave palestinese. Israele - hanno spiegato - si oppone al rientro degli sfollati nel nord mentre Hamas lo richiede. Lo stesso avviene per il meccanismo di distribuzione degli aiuti. Hamas - hanno aggiunto le fonti - vuole che sia l'Unrwa ad essere responsabile mentre Israele contrasta ogni coinvolgimento dell'Agenzia per i profughi dell'Onu così come di ogni altra organizzazione affiliata alla fazione islamica al potere nella Striscia. Secondo le stesse fonti ci sono invece progressi sui temi legati al rilascio degli ostaggi e ad una tregua "temporanea" ma occorre che le due parti trovino prima l'intesa anche sui due punti di contrasto.

Resta elevata la tensione in Cisgiordania dopo i prolungati scontri notturni a Tulkarem fra l'esercito israeliano e miliziani locali. Secondo l'agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa il bilancio di quegli scontri a fuoco è salito nelle ultime ore da due a quattro palestinesi uccisi. La Wafa aggiunge che ad un posto di blocco israeliano nella zona di Betlemme è rimasto ucciso un uomo di 63 anni, Samer Zaytun, nel corso di ispezioni. La radio militare israeliana ha confermato l'episodio precisando che l'uomo ''aveva cercato di sottrarsi ad un controllo e aveva con se' una borsa con dentro un coltello''

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha affermato che gli Stati Uniti hanno presentato un progetto di risoluzione al Consiglio di sicurezza dell'Onu chiedendo un "cessate il fuoco immediato legato al rilascio degli ostaggi" nella Striscia di Gaza.

"Abbiamo presentato una risoluzione ora all'esame del Consiglio di Sicurezza che chiede un cessate il fuoco immediato legato al rilascio degli ostaggi e speriamo vivamente che i paesi la sostengano", ha detto ieri sera Blinken al media saudita Al Hadath. Dall'inizio della guerra gli Stati Uniti hanno posto il veto a diverse risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiedevano cessate il fuoco immediati e duraturi. Una tale risoluzione invierebbe un "segnale forte", ha aggiunto Blinken che ha sottolineato durante un incontro con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman "l'impegno" americano per una "soluzione sostenibile della crisi" e per la creazione di un "futuro Stato palestinese" che offra garanzie di sicurezza a Israele. Nel sesto mese di guerra, iniziata il 7 ottobre con un sanguinoso attacco del movimento islamista Hamas sul suolo israeliano, crescono le preoccupazioni internazionali di fronte alla minaccia di carestia e al numero di vittime che continua ad aumentare nella Striscia di Gaza, con oltre 31.923 morti secondo il Ministero della Salute gestito da Hamas.

"Garantire l'accesso degli aiuti umanitari alla popolazione della Striscia di Gaza e respingere in qualsiasi modo lo spostamento dei palestinesi dalle loro terre": questi i principi più importanti su cui Usa ed Egitto concordano, nello sforzo comune di arrivare a un cessate il fuoco. Lo ha affermato il portavoce della presidenza egiziana subito dopo l'incontro del segretario di Stato Antony Blinken con il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi. Blinken è stato ricevuto questa mattina al palazzo presidenziale del Cairo insieme a una delegazione e il colloquio si è svolto alla presenza, da parte egiziana, del ministro degli Esteri Sameh Shoukry e del generale Abbas Kamel, capo dell'intelligence. Durante l'incontro - ha riferito il portavoce - "si è discusso della situazione attuale nella Striscia di Gaza e degli ultimi sviluppi negli sforzi di mediazione congiunti con l'obiettivo di raggiungere un cessate il fuoco e lo scambio di detenuti". Al Sisi ha ribadito la "necessità di un cessate il fuoco immediato, evidenziando la catastrofe umanitaria e la carestia a cui sono esposte la Striscia di Gaza e i suoi abitanti, che minacciano la vita di civili innocenti, avvertendo sulle pericolose conseguenze di qualsiasi operazione militare nella Rafah palestinese". E ha sottolineato "la necessità di aprire gli orizzonti del percorso politico attraverso un intenso lavoro per attivare la soluzione dei due Stati e creare uno Stato palestinese indipendente su i confini del 1967 con Gerusalemme Est come capitale". Blinken, secondo la presidenza egiziana, ha accolto con favore gli sforzi egiziani a favore di una tregua, "sottolineando l'impegno degli Stati Uniti al coordinamento e alla consultazione con l'obiettivo di ripristinare la stabilità e la sicurezza nella regione".

I negoziati per garantire un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza legato al rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas si stanno "avvicinando" a un accordo, ha detto ieri sera il segretario di Stato americano Antony Blinken. "Penso che il divario si stia riducendo e che un accordo sia assolutamente possibile", ha affermato Blinken in un'intervista all'emittente Al Hadath a Jeddah, in Arabia Saudita, secondo una trascrizione rilasciata dal Dipartimento di Stato americano. "Abbiamo lavorato molto duramente con il Qatar, con l'Egitto e con Israele per mettere sul tavolo una proposta forte. L'abbiamo fatto; Hamas non ha accettato; sono tornati con altre richieste e altre richieste; i negoziatori ci stanno lavorando proprio adesso", ha spiegato Blinken ribadendo che spetta al movimento islamista della Striscia di Gaza accettare la proposta sul tavolo. "Dobbiamo vedere se Hamas potrà dire sì alla proposta. Se lo farà, sarà il modo più immediato per alleviare la miseria della gente di Gaza, che è proprio ciò che vogliamo", ha detto. E' importante essere pronti "per ciò che accadrà con il governo di Gaza" dopo la fine della guerra, ha concluso il segretario di Stato americano.