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L'obiettivo di emissioni zero nel 2033, grazie al mix tra agricoltura rigenerativa, economia circolare, e energie rinnovabili, è la bussola che guida le politiche globali dell'impresa triestina Illycaffè.

E da San Paolo, dove il presidente Andrea Illy e la sorella Anna, a capo della Fondazione, sono venuti per consegnare il 33mo premio Ernesto Illy per la qualità sostenibile del caffè espresso, il chairman parla di una nuova ambiziosa sfida.

 

L'obiettivo è creare un fondo da un miliardo di dollari all'anno, per aiutare i produttori di caffè a livello globale di fronte alle crescenti minacce dei cambiamenti climatici.
Un contributo in Italia, ha spiegato l'imprenditore, potrebbe arrivare dal Piano Mattei per il sostegno allo sviluppo dei Paesi africani, mentre iniziano a contarsi varie iniziative come quella del fondo di investimenti svizzero Lombard Odier, per la coltura rigenerativa del caffè.
Una "deadline ancora non l'abbiamo" spiega il manager, "sarà un miracolo se riusciremo a realizzarlo", ma "i colloqui ci sono", assicura e si sta studiando un modello, per poi ragionare sui Paesi da includere.
Alla base dei grandi progetti che hanno reso il marchio famoso a livello globale, resta l'intenso lavoro di un'azienda familiare nata dal sogno di realizzare il caffè più buono del mondo. Un'aspirazione che è ancora un pilastro, con l'impresa sempre più proiettata verso blend sostenibili di alta qualità, e basata sullo sforzo continuo di cercare nuove soluzioni che coniughino sostenibilità, salute, e resilienza, grazie anche all'utilizzo dell'intelligenza artificiale. La scommessa è continuare ad alzare l'asticella del gusto, per strappare nuove quote di mercato e convertire i consumatori alla religione del caffè gourmet, alla conquista di nuove platee, dalla Cina agli Stati Uniti.