Sergio Mattarella (foto depositphotos)

Ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto al Consiglio d’Europa, una nuova occasione per usare parole molto dure nei confronti dell’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina. Nel corso del suo intervento, durato per circa 20 minuti (e lungamente applaudito alla fine) il il capo dello Stato ha spiegato che “Mosca ha scelto di collocarsi fuori dalle regole, ma continuano a essere necessari distensione per interrompere le ostilità e ripudio della guerra per tornare alla situazione precedente al 24 febbraio, giorno in cui Vladimir Putin ha dato il via all’invasione dell’Ucraina.

Per Mattarella deve essere seguito l’esempio della Conferenza di Helsinki, e cioè “non prove di forza tra grandi potenze che devono comprendere di essere sempre meno tali”, invitando a “prendere a prestito le parole della guerra fredda per vedere se ci possono aiutare a riprendere un cammino, per faticoso che sia”.

Dal palco di Strasburgo il presidente ha poi aggiunto che l’aggressione russa “sollecita ancora di più e rende più attuale la spinta all’unità dei Paesi che credono nella pace e nello Stato di diritto”. La più alta carica dello Stato ha ribadito che l’Italia è compatta sulle misure decise contro la Russia. Ed è “pronta ad eventuali altre sanzioni, senza alcune esitazione”, ha detto, aggiungendo che la guerra “è un mostro vorace, mai sazio. La tentazione di moltiplicare i conflitti è sullo sfondo dell’avventura bellicista intrapresa da Mosca. La devastazione apportata alle regole della comunità internazionale potrebbe propagare i suoi effetti se non si riuscisse a fermare subito questa deriva. Dobbiamo saper scongiurare il pericolo dell’accrescersi di avventure belliche di cui, l’esperienza insegna, sarebbe poi difficile contenere i confini. Dobbiamo saper opporre a tutto questo la decisa volontà della pace. Diversamente ne saremo travolti”.

Secondo Mattarella “la responsabilità della sanzione adottata (l'esclusione del Consiglio d'Europa) ricade interamente sul governo della Federazione Russa. Desidero aggiungere: non sul popolo russo, la cui cultura fa parte del patrimonio europeo e che si cerca colpevolmente di tenere all'oscuro di quanto realmente avviene in Ucraina”. Infine l’accorato appello: “Alla comunità internazionale tocca un compito: ottenere il cessate il fuoco e ripartire con la costruzione di un quadro internazionale rispettoso e condiviso che conduca alla pace”.