Galleria degli Uffizi (Depositphotos)

Franco Esposito

Il ponte d'oro. O dalla ricchezza. Affluita a fiumi nelle città d'arte italiane prese d'assalto da turisti provenienti da ogni angolo del mondo. Ma il fiumme di denro non placa le polemiche. Anzi le acuisce, trascinandole nel ministero di competenza. Il motivo della feroce diatriba. Gli Uffizi chiusi per il ponte in questione. "Perdita di introiti e danno d'immagine per il sistema museale", ma è solo un passaggio, e neppure tra i duri, della lettera che il fresco ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha fatto pervenire alle direzione degli Uffizi. 

I turisti, tantissimi, ci sono rimasti di sasso. Increduli e indignati quelli che hanno fatto tappa a Firenze il 31 ottobre, approfittando del ponte di Ognissanti. Lo stop del museo è coinciso con il giorno canonico di chisuura settimanale. É accaduto disgraziatamente in un lunedì da tutto esaurito, a Firenze. Un giorno da record: tempo primaverile, eserciti di  visitatori, hotel pieni, i ristoranti pure. Il ministro della Cultura pare sia rimbalzato letteralmente sulla sedia quando ha appreso la spiacevole notizia della chiusura del prezioso museo fiorentino. 

Si legge nella lettera di Sangiuliano: "é stato impedito a migliaia di visitatori di di poter visitare gli Uffizi durante il ponte di Ognissanti. Mi risulta che, in analoghe circostanze, altri musei e gli stessi Uffizi abbiamo anticipatamente modificato la normale giornata di chiusura settimanale proprio per evitare disagi a visitatori e turisti. Le chiedo, egregio direttore, se questa ricostruzione risponda al vero. Se così fosse, e lo riterrei gravissimo, vorrei sapere perché in questa circostanza non si sia proceduto come nel passato...". 

I numeri, intanto, dicono questo. Durante il ponte di Ognissanti, tra sabato e martedì, 55.611 persone hanno visitato i musei della Galleria degli Uffizi. La risposta del direttore Schmidt non si è fatta attendere troppo.  Il responsabile degli Uffizi e delle strutture museali di Firenze punta il dito in una direzione molto precisa. "Lunedì abbiamo potuto aprire solo il Giardino di Boboli, con 7,322 visitatori, ma non la Galleria delle statue e delle pitture, e non Palazzo Pitti, Trovo gravissimo che gli Uffizi e l'Accademia siano irmasti chiusi lunedì, e il Betgello addirittura martedì 1° novembre, per lo stesso serio motivo, che è la grave carenza del personale nelle strutture museali statali". 

Il direttore Schmidt sostiene di essersi adoperato, in questi anni, e ripetutatamente, con preessanti richieste scritte e relazioni al Ministero, sulla tematica della carenza di personale. "Il problema si è aggravato col tempo". Il punto centrale della scabrosa, scomoda, eterna questione è rappresentato dagli straordinari. "In passato – precisa Schmidt – abbiamo potuto offrire numerose aperture straordinarie, che si basano sulla volontà del personale di lavorare ed essere pagato in più".

Una norma del 2020 limita il guadagno in più del quindici per cento del tratamento tabellare annuo lordo di ciascun dipendente. Sarebbe proprio questo il motivo per cui, quest'anno, gli Uffizi hanno offerto aperture speciali con grande successo nella primavera e ancora in estate. "Ma troppi sono gli assistenti di sala che partecipano volontariamente a queste aperture. E sono sempre in numero minore". 

La ragione della limitazione discende dai prepensionamenti.  Un congruo numero di assistenti si sta avvicinando a questo limite. La direzione degli Uffizi, in continuazione degli ultimi anni, ha chiesto di poter aumentare il servizio pagato con i fondi del museo. "O di bandire alcuni parti del servizio di vigilanza a una ditta esterna, ma abbiamo ricevuto risposta negativa". L'ipotesi di spostare il giorno di chiusura settimanale non è stata mai posta in atto dagli Uffizi. 

Come mai? Il direttore Schmidt attribuisce la rinuncia al fatto che "una macchina così complessa si è sempre rivelata impraticabile, ma soprattutto con migliaia di prenotazioni anche da altri continenti il danno economico d'immagine avrebbe vanificato il probabile guadagno". 

Schmidt già ha preparato un'ampia relazione "al signor ministro", nella certezza di essere scandalizzato anche lui come e più di Gennaro Sangiuliano. Nella vicenda tutta spigoli si pone nel ruolo di mediatore il sindaco fiorentino Dario Nardella. Il primo cittadino ha ascoltato il ministro intervenuto su Toscana Tv. "Era piuttosto arrabbiato. Non posso non condividerne il disappunto per il fatto che in un ponte, quello di Ognissanti, così importante per Firenze e per l'Italia, i visitatori trovino i due principali musei chiusi". 

Il sindaco Nardella chiederà al ministro Sangiuliano un preciso particolare impegno del governo sul tema del personale dei musei statali. Le strutture che tutto il mondo ci invidia non possono rimanere chiuse nei giorni festivi. Il problema non è soltanto di natura economica, di mancati introiti. La civiltà di un Paese si misura anche in queste cose che sono importanti. Anzi di più. Diversamente non avremo più ponti d'oro in Italia.