Sul tema dei migranti bisogna registrare un piccolo scontro avvenuto ieri tra il ministro dell’Interno e i vescovi italiani. “Non bisogna essere ipocriti - ha detto Matteo Piantedosi nel corso della sua informativa al Senato con cui ha ricostruito i fatti avvenuti la scorsa settimana in occasione del braccio di ferro con le quattro navi umanitarie che avevano chiesto il porto di sbarco all'Italia per portare a terra circa un migliaio di persone salvate in zona Sar maltese o libica - l'accoglienza ha un limite invalicabile nella capacità dello Stato di ingresso di assicurare l'integrazione”.

Da qui l'illustrazione delle linee guida che il governo intende seguire per la gestione dei flussi migratori: un piano Mattei per l'Africa, un sistema premiale con quote di ingressi legali per i Paesi di ingresso che collaboreranno ai rimpatri e nella lotta ai trafficanti di uomini e dialogo costruttivo con l'Europa che vada oltre il meccanismo di redistribuzione che - ha ribadito Piantedosi - non decolla visti i numeri dei trasferimenti dall'Italia, solo 117 a fronte dell'impegno di 13 Stati ad accogliere 8.000 persone.

La decisione della Ocean Viking – secondo quanto affermato da Piantedosi – non solo non è “mai stata auspicata dall'Italia”, ma di fatto ha anche “creato attriti sul piano internazionale, anch'essi assolutamente non voluti dal governo, con il rischio di produrre ripercussioni sulle politiche migratorie a livello europeo”. Se non auspicata dall'Italia viene da chiedersi come mai l'assegnazione del porto di Tolone sia stato salutato dalla premier con dei ringraziamenti alla Francia con una nota di Palazzo Chigi.