DI MATTEO FORCINITI

Con un evento alla Casa degli Italiani si è svolta domenica pomeriggio la mostra di fine anno del doppio laboratorio di teatro e letteratura organizzato da Efasce, l’Ente Friulano dell’Uruguay.

Un’iniziativa, questa, che è iniziata nel 2020 con il periodo della pandemia e che sta continuando ad andare avanti su richiesta del pubblico. Per Efasce la festa a Montevideo ha avuto un significato ulteriormente speciale dato che è stata anche l’occasione per festeggiare il trentacinquesimo anniversario di questa importante associazione della collettività italiana attualmente guidata da Claudia Girardo che ha affermato: “Continuiamo a diffondere la cultura italiana e friulana con grande successo. Quando abbiamo iniziato questi laboratori di letteratura e teatro gli incontri li facevamo tutti virtualmente in videoconferenza, cosa che abbiamo continuato a fare anche in seguito visto la difficoltà a muoversi della docente. Questa modalità ci ha consentito di far partecipare friulani dall’Argentina, soprattutto, ma anche dal Brasile e con loro abbiamo portato avanti insieme diverse iniziative. Ma oltre alla modalità virtuale, quest’ultimo anno abbiamo deciso di riunirci in presenza con i laboratori una volta al mese proprio per offrire un qualcosa in più”.

A guidare entrambi i laboratori, ancora una volta, è stata la professoressa Claudia Lopez che ha commentato con soddisfazione la chiusura delle attività: “Per la mostra abbiamo scelto di presentare un frammento breve e significativo di un testo accompagnato dalla nostra analisi. Inoltre, a ogni intervento è stata abbinata una bevanda come forma per accompagnare il testo a seconda delle caratteristiche della vista, dell’olfatto e del gusto”.

Diversi sono stati i libri analizzati dai due gruppi nel corso dell’anno a cominciare da Italo Calvino studiato nella sua prima tappa con la trilogia “I nostri antenati” (“Il visconte dimezzato”, “Il barone rampante” e “Il cavaliere inesistente”), poi Claudio Magris con “Il conde” e “Le voci” e infine Pier Paolo Pasolini ripetutamente omaggiato in occasione del centenario della sua nascita e studiato in particolar modo sulle poesie in friulano nei libri “Poesie a Casarsa”, “Poesia in forma di rosa” e “La nuova gioventù. Poesie friulane”.

Dal celebre film di Pasolini “Uccellacci e uccellini” si è basata poi la presentazione del gruppo di teatro incentrata sulla figura del clown attraverso le interpretazioni di Totò e Ninetto Davoli: “Ogni clown è unico per ogni attore e proprio qui sta la differenzia con il pagliaccio che è universale e richiede una recitazione più definita, marcata e standardizzata. Analizzando Totò e Davoli abbiamo visto come è possibile cercare di costruire il proprio clown dopo un lungo processo personale”.