Caro Direttore, 

lei giá mi conosce....sono Giorgio Guidobono, un vecchio lettore di GENTE D'ITALIA. Ho giá cercato di aiutare, in molte occasioni, il "NOSTRO GIORNALE", che da 20 anni ci ha informato attraverso quotidiani come ULTIMAS NOTICIAS, La República o EL PAIS. 

Per me, che ho vissuto la morte della Mutuo Soccorso, dell'Ospedale Italiano, della DANTE ALIGHIERI, della prima Camera di Commercio italiana nel mondo, della RAI America Latina, di una quantitá incalcolabile di enti e associazioni italiane in Uruguay, non so se potró resistere anche alla morte del NOSTRO GIORNALE. 

Per una persona con una certa etá e con gravi problemi di salute, è stato un colpo duro non poter leggere "sulla carta" un giornale che, ormai, dopo tanto tempo, era diventato una sana abitudine.

Dopo questo fattaccio che hanno portato a termine gli apatridi del COMITES e l'ambasciatore di far chiudere GENTE D'ITALIA, vedo con rammarico, che quei pochi che sempre siamo stati al suo fianco Direttore, come Filomena Narducci, Renato Palermo, tutti i dirigenti della comunità, le associazioni, tanti connazionali e persino politici uruguaiani di origine italiana, di poco son serviti per far si che non muoia l'ultimo bastione della comunità italiana in Uruguay, GENTE D'ITALIA. Se vediamo una "biciclettata" con 40 persone e l'anno dopo con 200 italiani dei 135.000 che abitano in questo bellissimo paese che ci ha accolto, a coloro che ancora sentono il tricolore, ci viene un nodo alla gola.

Ma vorrei anche riconoscere che, se in Uruguay muore la comunità italiana é anche colpa nostra! Sí......é anche colpa nostra! Quelli che come noi ancora sentono le nostre tradizioni e i nostri costumi, da una parte siamo stati abbandonati dall'Italia, dalle sue autorità e persino da ció che dovrebbe essere il nostro Parlamentino, ossia il COMITES. 

Oggi, che non abbiamo COMITES e vediamo come il MAE butta 2 milioni di Euro per aumentare il numero di sedie nella sala d'attesa di una cancelleria (neanche un Consolato), ma chiude l'Ufficio Cittadinanze e impiega mesi per un rinnovo di un passaporto, non c'é altro che piangere. 

Mi domando, quanti stipendi a personale locale per aumentare gli addetti di una cancelleria si potevano pagare con 2 milioni di Euro? Ci sono 135.000 italiani e ogni funzionario della cancelleria ha 10.000 connazionali da ricevere per le loro pratiche e questo, piú che una vergogna, é inconcepibile! 

Quando ho parlato con il mio amico carissimo Stefano Casini con il quale abbiamo combattuto tante battaglie insieme e mi ha detto che non sa per quanto tempo potrá andare avanti GENTE D'ITALIA perché il COMITES e l'ambasciatore hanno deciso di chiuderlo, su suggerimento di una forza politica che si fa l'auto-pubblicità, sostenendo che grazie a lei abbiamo speso 2 milioni di Euro per una sede, diciamo "piú comoda", ho sentito l'ennesimo dispiacere. 

Abbiamo perso la RAI nel 2011, ma prima avevamo perso tante altre istituzioni.....e ora perdiamo anche GENTE D'ITALIA? Cosí poco importa la comunicazione? 

Non so se potró resistere anche questo dispiacere. Posso anche capire che le cattive gestioni o le crisi economiche hanno fatto chiudere tante istituzioni, ma che sia stato il COMITES e l'ambasciatore a sostenere che GENTE D'ITALIA non esiste.... quando tutti i giorni mi arrivava con il principale quotidiano del paese!!! Questa é stata una trappola o meglio, una vergogna. 

So anche che siamo troppo pochi a sostenere questa comunità e mi dispiace tanto che persone come Narducci, Costanzelli (pace alla sua anima), Matiussi, la sorella di Stefano, i Nocito (sono tanti) o Renato Palermo al quale voglio tanto bene e per questo lo voglio andare a trovare alla "Festa che ci Unisce", non sono mai stati ascoltati dalle "denominate" autoritá italiane in Uruguay, meno che meno dal COMITES. 

Soprattutto mi dispiace per quel piccolo gruppo di giovani come Nocito,  D'Alessandro, il figlio di Renato e qualche altro, che si son fatti in 4 per dare continuitá a questa bellissima festa italiana che, in realtá, ha sostituito la GIORNATA DEGLI ITALIANI che, tanti anni fa, riuniva fino a 20.000 persone!

Ma soprattutto mi dispiace per il nostro GIORNALE GENTE D'ITALIA che, per 20 anni ci ha regalato cultura, informazione dell'Italia, delle nostre associazioni, delle nostre tradizioni, degli italiani che hanno fatto grande l'Uruguay e ora è in pericolo di lasciarci. Io non mi arrendo, continueró a scrivere e a chiedere di fare giustizia. Il nostro giornale non deve morire.

                                 

GIORGIO GUIDOBONO