“La cordialità del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza e i tanti progetti dell’Associazione Fiumani Italiani nel Mondo, sono stati il collante di un incontro nel Salotto Azzurro del Municipio in P.zza dell’Unità d’Italia. È con orgoglio che il presidente dell’AFIM, Franco Papetti, ha presentato la delegazione dei Fiumani, dell’AFIM e della Comunità degli Italiani ribadendo che “il Sessantesimo Raduno dei Fiumani si svolge all’insegna del ritorno culturale nella città d’origine che dal 31 ottobre al 3 novembre mette in campo una serie di iniziative qualificanti””. Ne scrive Rosanna Turcinovich Giuricin su “La voce del popolo”, quotidiano diretto a Fiume da Christiana Babić.
“I Fiumani per questo nuovo inizio di collaborazione hanno scelto il veicolo della letteratura: tre gli autori tradotti in croato ed editi in cofanetto bilingue, negli ultimi anni. Enrico Morovich, Paolo Santarcangeli e Franco Vegliani come testimonial di un percorso di promozione a Fiume della cultura italiana locale, che si aggiungono all’attività che gli italiani autoctoni svolgono da sempre per tramandare il loro sentire, il dialetto, le tradizioni e lo spirito di una città che – come spesso succede – è unica nel suo genere.
Che cosa chiede l’AFIM a Trieste? Un maggiore interesse e spazio di divulgazione delle iniziative di AFIM e CI nella città di Joyce e Svevo, ma anche di Pierantonio Quarantotti Gambini e Franco Giraldi. Ma soprattutto la città di Fulvio Tomizza che va riproposto e meglio conosciuto, “qui e dappertutto”, parafrasando un altro autore come Osvaldo Ramous che AFIM e CI auspicano di proporre come personaggio di punta del 2024.
UNA STORIA CHE CI UNISCE
Che cosa risponde il sindaco Dipiazza? “Facciamo un evento congiunto pregnante, Trieste e Fiume, da proporre nella grande P.zza dell’Unità d’Italia per continuare il percorso dei Tre presidenti, per confermare i legami tra le due città asburgiche e ungheresi. Diamo spessore a una storia che ci accomuna”. Così come nelle parole di Andor Brakus, vicepresidente AFIM che ha ricordato i legami tra le famiglie di andati e rimasti e di Mauro Graziani a nome della Consiglio per la minoranza italiana della Regione litoraneo-montana che ha sottolineato l’importanza di costruire sulla solida base già esistente a Fiume grazie ai rapporti stretti iniziati agli inizi degli anni Novanta.
Aprirsi a nuove possibilità, mettendo in campo quelle sensibilità che hanno portato all’incontro – più volte ricordato in questa sede – del 10 gennaio 2023 a Fiume quando tutti insieme, la Città di Fiume e il Comune di Trieste, le minoranze, gli esuli, avevano gioito della raggiunta libertà. Oggi ci viene tolta, ma non potrà essere ignorato il suo valore psicologico – ha ribadito Papetti – per cui auspichiamo che tutto si risolva a breve. C’è bisogno di segnali che aiutino a costruire, potrebbero partire anche dalla piazza di Trieste con il coinvolgimento di tutti. Si mettono a disposizione la Comunità degli Italiani, l’AFIM, l’Unione Italiana, il Circolo Istria e coinvolgeranno altre realtà ancora, quasi che nel momento difficile dell’Europa di oggi e del Mediterraneo la reazione più naturale sia immaginare momenti di catarsi e di unione reale ed entusiasta.
Presenti all’incontro anche il presidente del Consiglio comunale di Trieste Francesco Panteca e il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul. In rappresentanza della Comunità degli Italiani di Fiume ha partecipato all’incontro Ornella Sciucca.
UN PUNTO DI RIFERIMENTO
Al sindaco Roberto Dipiazza è stato regalato il crest dell’AFIM e una copia del Libro “Fiume al lavoro” mentre a Franco Papetti il primo cittadino ha consegnato in omaggio il libro di Trieste, una città che cresce in modo esponenziale. Fino a qualche anno fa – ha sottolineato Dipiazza – Trieste non era molto conosciuta nel mondo, oggi è un riferimento con una crescita del turismo e nuovi progetti per la sua espansione verso il Porto Vecchio che sarà protagonista del suo futuro. “Vorrei essere con voi a Fiume – ha concluso Dipiazza – magari ci vediamo al convegno dedicato a Vegliani””