di Lucio Fero

La guerra? Sì, certo, ma vuoi mettere? Lo spread, l'inflazione? E come no, però vuoi mettere? La riconversione produttiva da transizione energetica e la sopravveniente inaffidabilità delle catene di produzione e approvvigionamento? Sì, va bene, adesso mettiamoci pure questo a far perdere concentrazione sulla tutela del bene primario. Il gas, l'euro, il Pil, il clima, la tregua in Ucraina, il Pnrr? No, i voti. Il bene primario sono i voti presi alle elezioni, i voti da prendere alle elezioni. Salvini e Conte rivendicano, all'indomani di elezioni pur piccole ma per loro andate male, la loro concentrazione massima e su prema fedeltà al bene primario. E la loro dedizione ideale e comportamentale secondo cui per i voti tutto è lecito. Compresa la stizza. Anche se molesta. Non c'è per Salvini e Conte nessuna buona causa o interesse generale che valga davvero perderci voti ad andarci dietro. L'atto del chiamarsi fuori viene da Salvini e Conte meditato e rimuginato e vissuto come atto di sopravvivenza, atto di eroica sopravvivenza. E che quindi muoia il governo Draghi purché Lega di Salvini e M5S di Conte sopravvivano.

La mossa del pallone: bucarlo - Sta perdendo la partita, cosa fare per non perderla? Bucare il pallone. Salvini ha ufficializzato il suo mumble-mumble, lo ha reso pubblico e gli ha dato data e appuntamento. Il 18 di settembre a Pontida forse buca il pallone governo. Il 18 di settembre perché poi ci sarebbe una legge di Bilancio da fare e a farla seriamente (guerra, clima, spread, inflazione, pil e magari anche un'altra passata di Covid) chi seriamente la fa rischia di non prendere o addirittura perdere voti. Bucare il pallone governo e mettersi da settembre a gridare che la partita era truccata dal poteri forti, che l'arbitro ci è nemico, che l'Italia è vittima di disegni stranieri e ostili, che le tasse devono sparire...Nel frattempo, da un settembre 2022 ad un giugno 2023, l'Italia rimanga un pallone bucato intorno al quale si fa campagna per il bene supremo: i voti.
La mossa del pallone: portarlo via - Avete presente la figura, immaginaria talvolta ma qualche volta da tutti incontrata nella realtà, di quello che nella partita non tocca palla e che quindi ad un certo punto il pallone lo prende con le mani? E poi si avvia, pallone in mano, fuori dal campo e un po' mormora e un po' grida: il pallone è mio e non si gioca più? Quello è Giuseppe Conte, l'avvocato del popolo appena autonominatosi martire del governo. Va in giro, ci tiene a far sapere che "ha toccato con mano". Cosa? "La voglia di uscire, la richiesta di uscire, la sofferenza per lo stare dentro". Uscire da cosa? Cosa fa soffrire a starci dentro? Il governo, il governo Draghi. Conte martire del governo è esplicito: "me lo chiede il mio popolo perché non usciamo dal governo". Lo stare al governo è denunciato da Conte come il grande aspiratore, nebulizzatore e sterminatore di voti M5S. Quindi, poiché il bene supremo e primario sono i voti, Conte fa sapere che la sua Curva gli grida, soffrendo nelle carni, di prendere il pallone e portarselo via. Così, tra l'altro, si evita di farsi troppe domande sul perché non si tocca palla.