Volge al termine questo 2022 e anche per la comunità italiana in Uruguay è tempo di bilanci. Per la maggior parte delle associazioni l'anno che sta per concludersi è stato l'opportunità di rilanciarsi dopo il difficile periodo della pandemia che ha rappresentato un colpo durissimo. La ripresa delle attività non nasconde però i soliti problemi che continuano a manifestarsi nonostante le promesse che erano state fatte pochi mesi fa: è il caso dei servizi consolari che continuano ad essere di difficile accesso per molti. Gente d'Italia ha deciso di dare ancora una volta voce alle associazioni per analizzare l'anno che sta finendo e provare a raccontare questa comunità attraverso i suoi protagonisti. 

di Matteo Forciniti

Proseguiamo il nostro viaggio nell'interno del paese e dopo ColoniaPaysandúMaldonado e Carmelo ci spostiamo adesso a Colonia Valdense dove si trova un'associazione piemontese che riunisce i discendenti delle famiglie italiane, alcune di loro di queste erano quelle di religione valdese che fondarono il villaggio nel 1858.

Parliamo quindi con Ackermann Wolm, presidente dell'Associazione Famiglia Piemontese di Colonia Valdense.

- Come giudicate questo 2022?

- Molto positivo soprattutto perché -dopo i due anni di stop dovuto alla pandemia- siamo tornati nel mese di settembre con la nostra tradizionale festa della bagna cauda giunta alla sua quattordicesima edizione con un grande successo di pubblico. Tornare per noi è stata una grandissima soddisfazione, questo evento si aggiunge alle altre iniziative che abbiamo organizzato durante tutto l'anno come ad esempio la celebrazione per il "Día del Inmigrante Italiano". Insomma, il bilancio è molto positivo.

- Quali sono stati i problemi che avete riscontrato?

- Nessuno perché la gente ci accompagna e ci aiuta. Ovviamente, se qualcosa si paralizza come è successo nei due anni precedenti tornare alle attività normali ha le sue difficoltà ma pian piano ci siamo riusciti, l'importante è insistere.

- Quali sono i propositi per il nuovo anno?

- Continuare a difendere la cultura e le tradizioni del Piemonte e dell'Italia attraverso molteplici iniziative. Noi siamo molto motivati e stiamo già organizzando qualcosa per il prossimo anno. Per quanto riguarda l'aspetto gastronomico, ad aprile faremo una festa della pasta puntando a mostrare i diversi tipi di pasta a cui seguirà un evento sulla polenta e poi, naturalmente, il nostro tradizionale pranzo dedicato alla bagna cauda diventato un grande classico del mese di settembre. Oltre a questo ci saranno spettacoli culturali incentrati soprattutto sulla musica e tanto altro.

- Com'è stato il rapporto con le istituzioni italiane? Con il Comites?

- Uno dei nostri propositi è proprio quello di ristabilire i rapporti con le istituzioni che si erano raffreddate durante il periodo della pandemia. Solo con le associazioni stiamo costruendo qualcosa ma c'è ancora tanto da fare. L'augurio è che il prossimo anno questo rapporto si possa rafforzare.

- Come giudicate i servizi consolari dopo l'apertura, a fine luglio, di una nuova sede?

-  Non siamo in grado di rispodere. Questo è un tema su cui non possiamo esprimerci dato che i nostri soci non ci dicono niente al riguardo, in genere la gente quando ha dei problemi con le pratiche si rivolge agli uffici competenti tanto a Colonia come a Montevideo.