di FABIO PORTA

Tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento furono milioni gli italiani che lasciarono il Paese alla ricerca di un futuro migliore; fu la cosiddetta “grande emigrazione”, il più grande fenomeno sociale della storia dell’Italia unitaria.

Il principale porto di partenza fu quello di Genova, meta di italiani che con i mezzi precari di oltre un secolo fa si dislocarono da ogni canto per imbarcarsi su piroscafi e transatlantici. Non sempre le traversate dell’oceano furono prive di drammi e tragedie; se tanti partirono, non pochi furono quelli che morirono durante il tragitto, anche per le precarie condizioni di quel lunghissimo viaggio.

Il MEI, Museo dell’Emigrazione Italiana, recentemente inaugurato proprio a Genova, racconta in maniera impeccabile quell’epopea, e consiglierei a tutti una visita a questo bellissimo spazio multimediale, realizzato in un edificio storico che accoglieva le famiglie in attesa di affrontare il viaggio verso le Americhe.

Dall’altra parte dell’oceano c’è una città, Santos, destinata a diventare come Genova la “capitale mondiale dell’emigrazione”. A Santos, dopo oltre un mese di navigazione, arrivarono milioni di italiani spesso ignari del loro destino e a volte di qualsiasi nozione relativa al Paese che li avrebbe accolti.

Al “Museu do Cafè” di Santos e al “Museu da Imigraçao” di San Paolo, anch’esso installato presso i locali dell’antica “hospedaria dos imigrantes”, è possibile rivivere parte di quell’epopea, e vi assicuro che anche questa è un’esperienza imperdibile per chi voglia conoscere il mondo dell’emigrazione e della mobilità.

Dopo anni di contatti che hanno coinvolto le due amministrazioni comunali e i due principali istituti museali, ma anche le rispettive autorità portuali e le collettività italiane e brasiliane, nelle scorse settimane grazie al lavoro di tanti e in particolare all’iniziativa dell’italiano Fabio Niosi (figlio di una mobilità più recente che lo ha portato a vivere proprio a Santos) i sindaci delle due città si sono incontrati “virtualmente” e presto lo faranno di persona per dare avvio ad un grande progetto di scambi culturali e universitari e di cooperazione sul campo del turismo e dello sport.

Si tratterà molto più di un semplice gemellaggio: a unire le due città infatti non sono soltanto una storia comune; Santos e Genova sono legate da una comune vocazione all’internazionalizzazione e all’accoglienza e potranno dare al mondo un messaggio esemplare nel solco della storia delle migrazioni e della mobilità.

Lo faranno alla vigilia di due importanti scadenze: il 2024 è stato infatti dichiarato dall’Italia come l’anno internazionale del turismo delle radici e sempre nel 2024 il Brasile celebrerà i centocinquanta anni di storia dell’immigrazione italiana nel Paese.

Quali città meglio di Genova, il porto di partenza, e Santos, il luogo dello sbarco, potranno simbolizzare meglio questo secolo e mezzo di storia? E non di solo storia si tratta: a cavallo tra il più importante porto del Mediterraneo e il più grande porto dell’emisfero sud del mondo si sono sviluppati rapporti commerciali, rotte turistiche, relazioni scientifiche e anche avventure sportive e calcistiche. Se Genova è infatti la città del Genoa e della Sampdoria, squadre storiche del campionato italiano, è a Santos che Pelè consacrò il proprio talento, al quale oggi rende un adeguato tributo il “Museo Pelè”, meta obbligata per qualsiasi turista che arrivi nella grande città brasiliana.

A Marco Bucci, Sindaco di Genova, e Rogerio Santos, Sindaco di Santos, vanno i nostri complimenti per avere abbracciato il progetto e soprattutto gli auguri per il successo di un’iniziativa che ha un significato che va al di là di un semplice scambio di esperienze tra città. È l’incontro tra popoli e culture, al quale l’Italia e il Brasile di oggi devono molto e dal quale potranno ancora scaturire per entrambi i Paesi tanti importanti benefici e bellissime realizzazioni.