Un attacco massiccio con 100 droni e decine di missili dall'Iran sul territorio di Israele verso obiettivi militari e governativi.

E' lo scenario delle prossime 24/48 ore che, secondo fonti Usa, attende il Paese all'ombra di una minaccia iraniana che la stessa Casa Bianca definisce "ancora presente, reale e credibile". Anche se "gli Usa faranno di tutto per aiutare gli israeliani a difendersi", lo Stato ebraico - dopo l'uccisione di un generale dei Pasdaran a Damasco - sta vivendo ore di apprensione, mascherate da una routine quasi normale come è costume del Paese in queste circostanze. Joe Biden ha rivolto un appello all'Iran a non attaccare Israele dopo aver avvertito che c'è il rischio di un'offensiva a breve.

Intanto si moltiplicano i Paesi nel mondo che sconsigliano ai propri cittadini di viaggiare nella regione, mentre gli Stati Uniti hanno fatto sapere che invieranno rinforzi nella zona, compresa la portaerei Eisenhower che - secondo i media israeliani - farebbe rotta verso il nord del Mar Rosso. A dare il senso dell'emergenza anche la decisione del premier Benyamin Netanyahu di convocare una riunione di "valutazione della sicurezza" a poche ore dall'inizio del riposo sabbatico. Attorno allo stesso tavolo il ministro della difesa Yoav Gallant, quello nel Gabinetto di guerra Benny Gantz e i vertici militari, a cominciare dal capo di stato maggiore Herzi Halevi.

E mentre papa Francesco lancia l'ennesimo appello alla pace - "Dio è pace e vuole la pace. Chi crede in lui non può che ripudiare la guerra che non risolve ma aumenta i conflitti", ha detto nel messaggio di fine Ramadan - un altro segnale della tensione è la presenza del capo del Centro di Comando Usa (Centcom) Michael Kurilla in Israele. Secondo fonti Usa citate dalla Cbs, l'attacco potrebbe dunque consistere in un lancio massiccio di oltre 100 droni e decine di missili. Una strategia - è stato spiegato - che punta su un forte numero di lanci per superare le difese aeree israeliane. Le stesse fonti non hanno tuttavia escluso che Teheran - sotto la pressione internazionale e i chiari avvertimenti di Israele e degli Usa - possa optare per un'operazione su scala ridotta in modo da evitare una escalation drammatica. "Un attacco diretto dell'Iran comporterà un'appropriata risposta da parte di Israele", ha avvisato Gallant dopo una una conversazione telefonica - la seconda in pochi giorni - con il suo omologo Usa Lloyd Austin.

"I nostri nemici pensano di poter separare Israele e gli Usa ma - ha aggiunto incontrando Kurilla - è vero il contrario: ci stanno unendo, rafforzando i nostri legami. Stiamo fianco a fianco. Sono certo che il mondo veda il vero volto dell'Iran". E il capo di stato maggiore Herzi Halevi ha avvertito che l'Idf "è pronto ad ogni scenario sia per l'attacco sia per la difesa contro qualsiasi minaccia". Parole ribadite mentre dal Libano Hezbollah ha lanciato una raffica di 40 razzi verso il nord di Israele, intercettati o caduti in aree aperte. "Monitoriamo da vicino ciò che accade in Iran e nei vari ambiti in coordinamento con gli Usa", ha aggiunto il capo dell'Idf riferendosi ad Hamas, Hezbollah, milizie siriane e Houthi. Da Parigi a Berlino, da Washington a Londra arrivano intanto gli inviti alla de-escalation ma anche il consiglio ai propri cittadini a non recarsi in Israele o nella regione mentre Lufthansa ha prorogato lo stop dei voli su Teheran fino a giovedì prossimo. In campo anche il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani che ha rivolto un forte appello alla moderazione parlando al telefono con l'omologo iraniano Hossein Amir-Ambdollahian. Il timore - ha sottolineato - è un conflitto "ancora più largo e pericoloso". Al 189esimo giorno di guerra, le trattative al Cairo per una tregua restano in totale stallo con Hamas "non interessata ad ulteriori discussioni sull'accordo, finché non ci saranno progressi nelle sue richieste". Proseguono intanto i raid nella Striscia con l'agenzia palestinese Wafa che ha riferito di "oltre 29 persone uccise e altre decine ferite in un attacco aereo sulla casa della famiglia al Tatabibi a Gaza City". L'Idf ha poi annunciato di aver ucciso due operativi di Hamas a Jabalya, nel nord della Striscia, tra cui Ridwan Mohammed Abdallah Ridwan, "responsabile delle operazioni di sicurezza interna nella zona di Jabalya". Alta tensione anche in Cisgiordania con tre palestinesi uccisi in scontri con l'Idf, secondo cui due erano di Hamas. Il terzo è legato - secondo la Wafa - ad "un assalto a coloni" dopo la sparizione di un ragazzino israeliano in Cisgiordania che, secondo la polizia, si teme possa essere stato rapito o ucciso.

Parigi e Berlino sconsigliano di viaggiare in Medio Oriente

I francesi "si astengano'' dai viaggi in Iran, Israele, Libano e Territori palestinesi: è quanto afferma il ministero degli Esteri francese citato oggi dall'agenzia France Presse. E anche il ministero degli Esteri tedesco ha chiesto ai cittadini di evitare i viaggi in Iran,  Israele, Libano e Palestina. Lo ha affermato un portavoce del dicastero in conferenza stampa a Berlino. Nel sito del ministero si legge anche la richiesta ai cittadini tedeschi che si trovano in Iran di lasciare il Paese.

"La situazione in Iran è molto tesa e osserviamo con apprensione quello che accade e lavoriamo per una de-escalation". Lo ha detto un portavoce del ministero degli Esteri tedesco, in conferenza stampa a Berlino, ricordando il colloquio di ieri della Ministra degli esteri Annalena Baerbock con l'omologo iraniano.

"Non commento individuali dichiarazioni", ha risposto a una domanda sulle dichiarazioni di Israele, che ha annunciato che risponderà ad eventuali attacchi. "È chiaro che vogliamo evitare uno scenario in cui l'Iran attacchi interessi militari israeliani e che ci sia una vendetta", ha aggiunto.

E intanto molti genitori in Israele hanno cancellato la registrazione dei loro figli nei viaggi delle organizzazione giovanili durante le prossime festività della Pasqua ebraica. Lo ha riferito il sito Ynet, collegando la decisione ai timori di una reazione dell'Iran per l'uccisione di
un generale dei Pasdaran in un raid a Damasco, attribuito a Israele.